
Bonus attività fisica adattata: di cosa si tratta, a chi spetta e quali sono le regole
Molte Regioni hanno messo a punto programmi di esercizio fisico, non sanitari, per aiutare pazienti con una serie di condizioni croniche a svolgere esercizi motori. Dall'Agenzia delle Entrate arriva un credito d'imposta per spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022 per tali attività, da utilizzare in dichiarazione dei redditi. Sarà un provvedimento del direttore del Fisco a fissare tempistiche e modalità per la domanda. Ecco cosa serve sapere
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Chi ha svolto attività fisica adattata può contare su un aiuto da parte dello Stato, sotto forma di credito d’imposta, sulle spese sostenute per tali attività
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L'ATTIVITÀ FISICA ADATTATA - Molte Regioni italiane hanno organizzato programmi di esercizio fisico, non sanitari, pensati per aiutare pazienti con una serie di condizioni croniche a svolgere esercizi motori per il loro benessere, la qualità della vita e la socializzazione
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Si tratta di programmi di esercizi fisici calibrati a seconda delle condizioni delle persone a cui sono destinati, che hanno “patologie croniche clinicamente controllate o disabilità fisiche”, eseguiti “sotto la supervisione di un professionista dotato di specifiche competenze, in luoghi e in strutture di natura non sanitaria”
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IL BONUS - È con decreto del ministro dell’Economia dello scorso maggio che si è andati a individuare le modalità per “l’accesso al credito d’imposta”, già previsto dalla legge 234/2021, per “le spese documentate per fruire di attività fisica adattata”. I fondi stanziati per il 2022 ammontano a 1,5 milioni di euro
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L’aiuto spetta alle persone fisiche che hanno svolto attività fisica adattata “dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022”. I potenziali beneficiari dovranno inoltrare, in via telematica, istanza all’Agenzia delle Entrate, secondo uno schema ed entro i tempi che verranno stabiliti con provvedimento del direttore dell’Agenzia

Nella domanda, i richiedenti dovranno indicare l’importo della spesa agevolabile. Sarà poi il Fisco, “sulla base del rapporto tra l’ammontare delle risorse stanziate e l’ammontare complessivo delle spese agevolabili”, a determinare la percentuale di spesa di ciascun soggetto da riconoscere a titolo di credito d’imposta

La percentuale sarà comunicata con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate. Il credito, precisa il decreto, non è cumulabile con altre agevolazioni di natura fiscale che hanno ad oggetto le stesse spese

L'importo sarà utilizzabile nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui sono state sostenute le spese agevolabili, in diminuzione delle imposte dovute

L’ammontare non potrà però essere fruito in periodi d’imposta successivi. Il Fisco, qualora in un secondo momento accertasse che l’agevolazione “sia in tutto o in parte non spettante”, procederà al recupero dell’importo