Spread, mercati, tassi: cosa aspettarsi dopo le decisioni della Bce
La prossima settimana le Banche centrali dovranno decidere sui tassi e come difendersi dall'inflazione. Pesa l’aumento del costo del denaro annunciato dalla Banca centrale europea. Ecco gli appuntamenti in calendario: dal Regno Unito alla Cina

La prossima sarà la settimana delle Banche centrali che dovranno decidere sui tassi e come difendersi dall'inflazione. Pesa, in particolare, l’aumento del costo del denaro annunciato dalla Bce, che avrà ricadute pesanti. Vari gli appuntamenti cruciali in calendario: ecco le date chiave
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Giovedì 16 sarà poi la volta dell'Inghilterra dove la Bank of England potrebbe alzare i tassi di 25 punti base per il quinto mese consecutivo, mentre venerdì 17 si riunirà la BoJ, la Banca del Giappone
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In agenda c’è anche la riunione della Banca centrale brasiliana (mercoledì 15) e di quella svizzera (giovedì 16). In particolare, quest'ultima potrebbe riservare sorprese alla luce delle dichiarazioni di alcuni membri sulla necessità di alzare i tassi per contrastare l'inflazione salita a maggio al 2,9% (dal precedente 2,5% vs 2,6% atteso)
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Sul fronte macro i dati più interessanti saranno pubblicati in Cina, dove sono attesi la produzione industriale e le vendite al dettaglio (mercoledì 15). Sempre mercoledì, il focus sarà sulle vendite al dettaglio statunitensi e alcuni dati sul mercato immobiliare Usa (mercoledì e giovedì), di particolare interesse alla luce del rialzo dei costi dei finanziamenti che sta frenando la richiesta di nuovi mutui

In questo scenario, la settimana sui mercati azionari è attesa volatile, appesantita sul finale (venerdì) dalle scadenze tecniche di future e opzioni

L'Italia ha un'inflazione non molto lontana da quella tedesca (8%), ma un tasso di interesse sui titoli decennali più alto di oltre due punti. Lo spread conseguente - di 225 punti base - aumenta perché in tempi di tassi crescenti i mercati penalizzano chi ha più debito, "ma non bisogna preoccuparsi troppo di un'altra puntata della saga horror di crisi da debiti sovrani”, affermano gli economisti Fabrizio Galimberti e Luca Paolazzi, spiegando su Firstonline che "i fondamentali oggi sono solidi”

Mentre sulle prospettive di inflazione, gli esperti mostrano che "il confronto annuo fa sì che la variazione tendenziale dei prezzi al consumo tenda a piegarsi all'ingiù. Ma le dinamiche mensili non rallenteranno tanto presto, perché nelle filiere produttive si sono accumulati ritardi anche nei rincari, oltre che nelle consegne"