Nodi nel governo, dalle bollette ai bonus casa

Economia

Simone Spina

Il caro-energia e la stretta sugli sconti per le ristrutturazioni creano frizioni. Palazzo Chigi è pronto a nuovi interventi per alleggerire i prezzi di luce e gas ma senza ricorrere a nuovo debito come chiesto da alcuni partiti della maggioranza. Che vogliono anche modifiche ai nuovi vincoli sui rimborsi edilizi decisi per arginare le frodi

Fare nuovo debito pubblico per alleggerire i rincari in bolletta? Non sembra questa la strada che ha intenzione di prendere il governo, nonostante le pressioni di una parte del Parlamento, Lega e Cinque Stelle in primis, che spingono per altro deficit, cioè denari da chiedere in prestito ai mercati.

Bollette, nuovi interventi con risorse esistenti

Palazzo Chigi non esclude nuovi interventi per raffreddare i prezzi di luce e gas, dopo i dieci miliardi e mezzo di soldi pubblici stanziati dalla scorsa estate, ma si muove con prudenza, confidando sul buon andamento dell’economia e su quanto avanzato (s'ipotizza fino a cinque miliardi) dalle precedenti misure a sostegno delle attività colpite dal Covid.
Nel cassetto c’è anche il piano presentato dal ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani: una serie di ipotesi, che valgono oltre 9 miliardi, ma che non appaiono di rapida e facile realizzazione. C’è da tenere conto anche che non è chiaro quando l’energia abbasserà la cresta e che l’Europa ci ha detto in modo esplicito di stare attenti alla spesa.

 

Bonus edilizi, pressing per modificare la stretta

Ma questo non è l’unico tema economico che crea frizioni. Altro fronte caldo è quello dei bonus edilizi, in particolare quello al 100 per cento. Per arginare le frodi (da inizio anno ne sono state denunciate per oltre cinque miliardi) è stata decisa, con decreto, una stretta sul meccanismo del credito fiscale: non potrà più essere ceduto per più di una volta. In pratica, l’impresa che ristruttura, potrà continuare a girare il diritto al rimborso statale alla banca (per avere subito soldi freschi), ma questa non potrà venderlo ad altri come ha fatto finora.
Il timore è che questo nuovo vincolo (valido dal 7 febbraio) possa frenare il settore edilizio e in generale gli investimenti, con ricadute negative anche sulle tasse che incassa l’Erario. Per questo nella maggioranza cresce il pressing per un passo indietro e modifiche al provvedimento approvato a fine gennaio.

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