Intesa San Paolo, utili in crescita di quasi il 20% rispetto al 2020

Economia

L'incremento dei profitti è stato ottenuto nonostante "stanziamenti pari a 2,2 miliardi, per l'ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del gruppo"

La ripresa c’è e la vede la prima banca italiana. Intesa-Sanpaolo, grazie alla continua crescita delle commissioni nette e al rigore sul controllo dei costi, ha chiuso l'anno con 4,185 miliardi di profitti, in crescita di quasi il 20% (19,4%) rispetto all'utile di 12 mesi prima. Crescita che, considerate le componenti relative all'acquisizione di Ubi Banca, sarebbe invece del 27,7%, rispetto a una guidance che prevedeva un risultato oltre i 4 miliardi.

Stanziamenti per 2,2 miliardi

L'incremento dei profitti è stato ottenuto nonostante "stanziamenti pari a 2,2 miliardi, di cui 1,7 nel quarto trimestre, per l'ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del gruppo". Intesa, in particolare, ha effettuato 1,6 miliardi di rettifiche su crediti, di cui 1,2 nel quarto trimestre (quando l'utile si è attestato a 179 milioni, a fronte dei -3,1 miliardi dello stesso periodo 2020).

A banner of a Ubi bank branch on background  The Ca' de Sass palace ("house of the stones", in reference to the rustication that adorns the facades)  headquarters of Intesa Sanpaolo in Milan, Italy, 18 February 2020.  Intesa Sanpaolo offers 17 treasury shares for 10 Ubi shares, valuing it at 4.9 billion euros. ANSA/MATTEO BAZZI

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Il consiglio di amministrazione che si è svolto in due tempi ha proposto di restituire ai soci altri 4,9 miliardi, di cui 1,5 da saldo dividendo (7,89 centesimi di euro per azione che si aggiungono all'acconto da 1,4 miliardi già pagato) e 3,4 miliardi di buyback. La distribuzione partirà dal 25 maggio 2022 (con stacco cedole il 23 maggio e record date il 24 maggio. Nell'intero 2021 i proventi operativi netti si sono attestati a 20,8 miliardi (+1,9%), con interessi netti a 7,9 miliardi (-4,6%) e commissioni nette a 9,5 miliardi (+9,3%). In calo dell'1,1% a 10,9 miliardi i costi operativi, per un rapporto cost/income in calo al 52,5%, quasi in linea con la media del settore (51,5%). 

Il nuovo piano industriale al 2025

L’amministratore delegato Carlo Messina ha anche parlato del nuovo piano industriale al 2025 e delle strategie che costruiranno "la banca per i prossimi 10 anni". Prevista la distribuzione agli azionisti di oltre 22 miliardi di dividendi cash con un payout ratio del 70% per ogni anno e un buyback nel 2022 per 3,4 miliardi. Distribuzione che però a partire dal 2023 sarà valutata anno per anno. L'andamento del business prevede ricavi in aumento del 2,3% annuo a 22,8 miliardi, 2 miliardi in più rispetto al 2021, di cui 1,6 di commissioni e 200 milioni dall'attività assicurativa. Per gli interessi netti è attesa una crescita media annua dello 0,5%. Mentre i costi operativi sono previsti in calo dello 0,8% annuo, con un rapporto cost/income stimato ulteriormente in calo dal 52,5% del 2021 al 46,4%. L'utile netto è visto al 2025 a 6,5 miliardi dai 4,2 miliardi del 2021 (oltre 5 nel 2022), in crescita dell'11,8% medio annuo.

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