
Rapporto Cerved: welfare pubblico costituisce 37,6% entrate famiglie. E nel 2022?
Secondo la rilevazione, il valore delle entrate da welfare pubblico era di 257 miliardi nel 2018 (pari al 32,1% delle entrate familiari), è diventato di 302 nel 2020, nel 2021 è di 294 miliardi. Rientrano in questa voce le pensioni, gli ammortizzatori sociali per la perdita o riduzione del lavoro, i sussidi statali. In questi ultimi sono comprese anche le misure per l’emergenza Covid: ma nel 2022 alcune di queste non esistono più, altre sono state ridotte

Nel 2021 le entrate da welfare pubblico delle famiglie italiane hanno rappresentato il 37,6%: nel 2020 e nel 2021 c'è stato un netto aumento rispetto agli anni precedenti alla crisi - prima sanitaria e poi economica - scatenata dal coronavirus. A evidenziarlo è il Rapporto Welfare 2022 elaborato da Cerved
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Fanno parte di queste entrate le pensioni, la cassa integrazione, in particolare la Cig Covid, ma anche il reddito di cittadinanza e tutti i bonus erogati dall’Inps
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Nella rilevazione si legge che le entrate totali nette delle famiglie ammontano a 782 miliardi e possono essere suddivise in cinque grandi categorie: redditi da lavoro dipendente, da lavoro autonomo, welfare pubblico, welfare privato, altre voci quali rendite ed entrate straordinarie. Il 42,9% delle entrate, circa 336 miliardi, sono redditi da lavoro dipendente; mentre il 13,4%, 105 miliardi, sono da lavoro autonomo
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“Le entrate da welfare pubblico, da sempre elemento fondamentale della struttura reddituale delle famiglie, in questi anni di emergenza sanitaria hanno avuto un ruolo decisivo nel garantire la tenuta dei redditi familiari e limitare l’impoverimento. Queste prestazioni, aumentate in maniera consistente rispetto agli anni precrisi, contribuiscono per il 37,6% alle entrate delle famiglie”, spiega il rapporto
Il Rapporto
Il valore delle entrate da welfare pubblico era di 257 miliardi nel 2018 (pari al 32,1% delle entrate familiari) ed è diventato di 302 nel 2020. Nel 2021 è di 294 miliardi
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Nel welfare pubblico ci sono varie fonti. La prima sono le pensioni, che nel loro insieme ammontano a 222 miliardi netti, il 28,5% delle entrate familiari e il 76% di tutte le prestazioni di welfare pubblico. Si tratta di pensioni di vecchiaia e anzianità, pensioni sociali, per i superstiti, le pensioni di guerra e quelle di invalidità e indennitarie
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Poi ci sono gli ammortizzatori sociali per la perdita o riduzione del lavoro, come la cassa integrazione e le indennità di disoccupazione: hanno raggiunto i 29 miliardi nel 2021

Infine, ci sono i sussidi statali: 42,5 miliardi, il 5,4% del reddito delle entrate familiari. Si tratta dei sostegni che già esistevano - come le borse di studio, i contributi per le rette degli asili nido, gli assegni per la maternità, i bonus bebè, i sostegni per contrastare la povertà come il reddito di cittadinanza - ai quali si sono aggiunte le misure per l’emergenza Covid (come i ristori e gli indennizzi per i lavoratori autonomi e di alcune categoria professionali, i bonus baby sitting e il congedo parentale straordinario)

Nel Rapporto si precisa: “Dobbiamo ricordare che il contributo del welfare pubblico alla stabilità sociale non si limita ai trasferimenti monetari. A questi si aggiunge la prestazione dei servizi in larga misura gratuiti quali la sanità, l’assistenza diretta, la scuola, per un valore complessivo di spesa, nel 2021, di circa 200 miliardi”
Dopo redditi da lavoro dipendente, welfare pubblico e lavoro autonomo, il welfare privato è la quarta voce di entrata delle famiglie. Si tratta di 20,1 miliardi, il 2,7% del reddito familiare netto. Infine, contribuiscono al reddito familiare anche le rendite e le entrate straordinarie: 18,5 miliardi derivanti da affitto di case/terreni, investimenti finanziari e vendita di parte del patrimonio
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Tornando al welfare pubblico, se le prestazioni sociali nel 2020 e nel 2021 - gli anni dell’emergenza sanitaria - sono state un’ancora di salvataggio per molti italiani, ci si chiede cosa succederà nel 2022, dato che le politiche di sostegno si sono ridotte. Secondo il Rapporto, “il sistema di welfare italiano appare oggi insufficiente per le sfide che ci attendono”

Nel 2022, la fetta più consistente del welfare pubblico - quella legata alle pensioni - non dovrebbe subire grossi scossoni perché non è legata alle scelte politiche di gestione della pandemia. I cambiamenti, invece, riguardano la parte dei sussidi statali: nei 42,5 miliardi, come abbiamo visto, rientrano sia misure ordinarie sia misure straordinarie che sono state introdotte per arginare la crisi legata alle chiusure imposte dal coronavirus. Alcune di quelle agevolazioni, però, già non esistono più o sono state ridimensionate