Giappone, anche Panasonic sceglie la settimana corta

Economia

L'azienda giapponese si unisce al nascente passaggio del Paese verso la settimana lavorativa di 4 giorni. I guadagni di produttività e l'approccio flessibile sono fondamentali per un'adozione più ampia

Se c'è una certezza, quando si parla di Giappone, è quella dell'estenuante cultura del lavoro. Pilastro fondamentale di una cultura tanto lontana da noi.  Eppure, nonostante gli orari interminabili e le fatiche dei suoi cittadini, langue in fondo alla classifica del Gruppo dei Sette grandi per produttività. 

E così sta guadagnando sempre più terreno l'idea della settimana lavorativa di quattro giorni, per migliorare l'equilibrio tra carriera e vita privata ma anche per promuovere la riqualificazione e attrarre talenti dall'estero. 

 

Solo l'8% delle aziende giapponesi ha offerto, fino a questo momento, più di due giorni liberi garantiti a settimana, secondo un recente studio governativo.

Quelli che lo fanno di solito cercano di aiutare i lavoratori a soddisfare le esigenze della loro vita personale, offrendo un terzo giorno libero a coloro che si prendono cura dei bambini o dei parenti anziani.

Ma sempre più aziende stanno iniziando a capire i vantaggi della settimana corta, basata sui 4 giorni. 

E' il caso di  Panasonic, che sta preparando il piano per i suoi dipendenti che partirà a breve. "L'obiettivo - spiega l'ad -  è migliorare la qualità della vita dei dipendenti e attirare nuovi talenti".

Anche Shionogi, che sta lavorando a un trattamento orale COVID-19, da aprile offrirà l'opzione di un terzo giorno libero a settimana. Vuole dare ai lavoratori più tempo per apprendere nuove competenze mentre si fa strada in nuove aree di business, come i servizi sanitari.

Lo sviluppatore di sistemi Encourage Technologies, invece, ha introdotto la settimana corta già ad aprile scorso. "I lavoratori più giovani apprezzano il loro tempo libero, quindi questo ci dà un vantaggio quando si tratta di assumere", hanno spiegato i vertici.

Miglioramenti nella produttività

Del resto gli studi che arrivano dall'Università di Reading, ormai datati 2019, hanno evidenziato che, nel Regno Unito, oltre il 60% delle aziende che hanno adottato la settimana lavorativa di quattro giorni, ha riportato miglioramenti della produttività.  Quando Microsoft Japan ha fatto i primi test,  sempre nel 2019, circa il 90% dei lavoratori ha risposto favorevolmente e l'azienda ha finito per risparmiare elettricità.


In Nuova Zelanda risale al dicembre 2020 l'esperimento di Unilever, che ha avviato una prova di una settimana lavorativa di quattro giorni a piena retribuzione. L'azienda valuterà la possibilità di espandere l'opzione ad altri mercati, a seconda di come influisce sull'orario di lavoro totale e sulla produttività.

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