Assegni un po’ più consistenti per contrastare il carovita, mai così alto da oltre dieci anni. Soldi in più per i pensionati anche dal taglio delle tasse deciso con la manovra. Da capire quanto tutto questo riuscirà a compensare la corsa dei prezzi
Arriva il primo assegno dell’Inps del 2022 e per oltre venti milioni di pensionati c’è una buona notizia. Il bonifico dell’Istituto di previdenza diventa un po’ più ricco, un aumento che varia a seconda di quanto già si prendeva e che porta qualche denaro in più in tasca ogni mese.
Chi arriva a 1.500 euro lordi avrà 25 euro aggiuntivi, che diventano 34 per pensioni da 2.000, fino a sfiorare i 50 euro per chi ha una rendita di oltre 3.000 euro al mese.
Perché questo ritocco, che riguarda anche pensioni minime e assegni sociali? Si tratta della rivalutazione che scatta quando il costo della vita cresce molto, una circostanza che non si verificava da anni e che ora, con l’inflazione che galoppa, porta a questo adeguamento.
L’incremento, però, sarà al massimo dell’1,7 per cento lordo (per i redditi più bassi), mentre i prezzi corrono a quote più elevate (3,7 per cento annuo), con la conseguenza che sì, arriveranno più quattrini, ma si rischia di poter comprare meno cose.
La perdita di potere d’acquisto potrebbe essere compensata dal taglio delle tasse deciso con la manovra: circa 2,6 dei 7 miliardi complessivi di risparmi sull’imposta sui redditi riguarderanno infatti chi ha lasciato il lavoro.
Si calcola che con una pensione da 1.500 euro al mese ci saranno oltre 100 euro l’anno in più nel portafoglio. Difficile però dire chi ci perderà e chi ci guadagnerà grazie alla rivalutazione delle pensioni e al minor peso dell’Irpef, che inizierà a essere tagliata da marzo e che premierà soprattutto i redditi medio-alti. Molto dipenderà, come detto, dall’inflazione.