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Manovra, dal Fisco alle bollette: corsa a ostacoli

Economia

Simone Spina

Entro dicembre bisogna approvare la legge di Bilancio per il 2022. Molte le richieste dei partiti, a partire dal rinvio delle cartelle esattoriali fino alle modifiche al superbonus. Allo studio nuovi aiuti contro i rincari di luce e gas

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Restano poco più di due settimane per il via libera definitivo alla manovra ma si naviga ancora in alto mare. A rallentare il percorso ci sono molti ostacoli e tra questi alcuni interessano da vicino le tasche di milioni di italiani.  

Partiamo dalle cartelle esattoriali in arrivo con l’anno nuovo, che nella maggioranza si vorrebbero prorogare, almeno in parte o per chi è in maggiori difficoltà. I partiti della maggioranza continuano a spingere per soluzione più elastiche (propongono dilazioni fino a sei mesi) per saldare il conto che pesa su famiglie e imprese.

Sono milioni i pagamenti congelati per l’epidemia da quasi due anni e valgono diversi miliardi. Troppi, probabilmente, perché lo Stato possa accettare di incassarli a data da destinarsi, tanto che dal Tesoro è stato alzato un muro: non ci sono le risorse sufficienti.

Il pressing sul governo riguarda anche il superbonus edilizio al 110 per cento, che permette di ristrutturare senza spese se si migliora l’efficienza energetica di case e condomini. E' considerato un pilastro della ripresa economica, ha costi altissimi e con la legge di Bilancio verrà esteso. Ma è stato introdotto un limite che non piace in Parlamento.

Parliamo dell'esclusione per i proprietari di villette con un indicatore Isee che supera i 25mila euro l’anno: adesso si va verso l'eliminazione di questo tetto, per cui anche nel 2022 chi possiede un immobile unifamiliare potrebbe usufruire del superbonus.

C’è poi la partita delle bollette. Gli aumenti record attesi a gennaio, che si sommano a quelli degli ultimi mesi, ha portato Palazzo Chigi ad aumentare la dote per calmierare le fatture di luce e gas. Ma altri sconti potrebbero arrivare, rinunciando a incassare tasse e balzelli che pesano sul conto energetico.

Un intervento che potrebbe valere tre miliardi e che abbasserebbe o eliminerebbe Iva o accise temporaneamente, nella speranza che la fiammata dei rincari si spenga nel corso del 2022.