Tim, offerta amichevole di Kkr sul 100%. Landini: "Governo non segua logica mercato"

Economia

Il fondo americano ha lanciato un'offerta di pubblico acquisto su tutte le azioni della compagnia telefonica, a 0,505 euro l'una. Il titolo sale in Borsa e il Mef commenta positivamente l'operazione, ma alcune voci si dicono preoccupate da cosa potrebbe succedere. Il segretario Cgil: "In telecomunicazioni necessario piano industriale". L'ex premier Conte: "Mantenere alta la guardia". Altri fondi interessati

Il fondo americano Kkr ha presentato a Tim una manifestazione d’interesse su un’offerta di pubblico acquisto amichevole - per ora non vincolante -  sul 100% delle azioni della compagnia telefonica, a 0,505 euro l’una. La proposta ha già prodotto i suoi effetti in Borsa: in asta di preapertura l’azienda di Gubitosi segnava un rialzo del 15,4%, entrata agli scambi in Borsa segna un rialzo del 26,9% a 0,43 euro. Il titolo, venerdì 19 novembre, aveva chiuso in crescita del 3,65% a 0,34 euro. Il primo azionista di Tim, Vivendi, i sindacati e alcuni esponenti della politica guardano con attenzione agli sviluppi.

La reazione di Vivendi

Vivendi, primo azionista di Tim, con il 23,8% di proprietà delle azioni, ha ribadito di essere "un investitore di lungo termine in Telecom Italia", ricordando "la propria disponibilità e volontà a collaborare con le autorità e le istituzioni pubbliche italiane per il successo a lungo termine di Tim". Ma fonti vicine al gruppo francese fanno sapere che "l'offerta di Kkr non riflette il reale valore di Tim, è insufficiente".

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Mef: “Una notizia positiva per il Paese”

La preoccupazione di Vivendi non sembra, per il momento, trovare una sponda tra le istituzioni. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha commentato la proposta di Kkr come una “notizia positiva per il Paese”. Se l’operazione dovesse concretizzarsi, si legge in una nota del Mef, “sarà in primo luogo il mercato a valutare la solidità del progetto". Sarà un gruppo di lavoro composto da esperti ed esponenti di governo a seguire il dossier, a partire dal ministro dell’Economia Daniele Franco e quello per la Transizione digitale Vittorio Colao, fino al ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e al sottosegretario alla presidenza del consiglio Roberto Garofoli. 

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Landini: “Il governo non subisca logiche di mercato”

Non vede di buon occhio l’operazione il segretario della Cgil Maurizio Landini secondo cui “in un settore strategico come quello delle telecomunicazioni lo Stato italiano deve agire e non può subire semplicemente la logica del mercato", come ha detto in un’intervista a Repubblica. Landini sostiene la necessità di "un piano industriale finalizzato alla costruzione della rete unica senza escludere il ricorso al golden power, se il progetto di Kkr dovesse essere in contrasto con l'interesse industriale ed occupazionale del Paese". Il segretario Cgil ha ricordato come da tempo “le organizzazioni sindacali chiedono la costituzione di una Rete unica e di un campione nazionale unico e competitivo capace di difendere e qualificare l'occupazione". Di qui la proposta di costituire "un'Agenzia nazionale per lo sviluppo industriale e di convogliare tutti i fondi per gli investimenti nei vari settori, compresi quelli previsti nella legge di Bilancio, in un unico grande Fondo speciale per la transizione industriale". 

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Conte: “Mantenere alta la guardia”

Non sono solo Vivendi e la Cgil a dirsi dubbiosi sull’offerta di Kkr. L’ex premier Giuseppe Conte lancia un monito al governo, chiedendo di mantenere “altissima la guardia, assicurando la migliore protezione di interessi nazionali e asset che rappresentano una colonna portante di crescita, sviluppo e progresso tecnologico del Paese”.

Salvini: "Serve un cambio ai vertici"

"A Tim, e quindi all'Italia, servono un partner e un piano industriale che valorizzino e rafforzino l'azienda, non un'operazione finanziaria che rischia di portare ad uno spezzatino di una realtà così importante per il Paese. Inoltre, visti i non brillanti risultati degli ultimi mesi, il cambio ai vertici auspicato da più parti pare tema non più rinviabile", ha commentato il segretario della Lega Matteo Salvini, interpellato da Affaritaliani.it.

Gli interessi di altri fondi

Anche altri fondi intanto hanno fatto sapere di avere interesse in Tim. Le società di private equity globale Advent e Cvc si sono dette aperte al dialogo con tutti gli azionisti della compagnia di telecomunicazioni per identificare in modo trasparente una soluzione di sistema per il suo rafforzamento industriale. Sul piatto la Kohlberg Kravis Roberts & Co da parte sua mette 0,505 euro per azione e si accontenta del 51% di entrambe le categorie di azioni, ordinarie e risparmio, ma punta al 100% per procedere al delisting: significa valutare la società 11 miliardi di euro, ovvero il 45% in più rispetto alla capitalizzazione alla chiusura di Borsa venerdì scorso.

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