La realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa è cruciale per sostenere la crescita e contenere il debito pubblico. Così la Banca d'Italia, che osserva come negli ultimi mesi l'andamento dell'economia sia stato solido ma rimangono incertezze
E’ come un paziente che si sta riprendendo, l’economia italiana. Ma è ancora fragile e all’orizzonte potrebbero esserci ricadute.
Non è una similitudine scelta a caso quella che abbiamo utilizzato, perché la pandemia potrebbe peggiorare e la Banca d’Italia, nel suo ultimo Rapporto sulla Stabilità Finanziaria, sottolinea come stiamo continuando a beneficiare delle vaccinazioni e delle misure di sostegno pubbliche, oltre ai bassi tassi d’interesse che facilitano la circolazione del denaro.
Tutto questo sta generando nel nostro Paese una crescita solida con “rischi moderati” – spiega Palazzo Koch - che potrebbero aumentare se la ripresa diventerà meno intensa. Ecco perché – si sottolinea – sarà fondamentale il Piano nazionale di Ripresa (e quindi le risorse europee del Recovery Fund), per sostenere a lungo il prodotto interno lordo e attenuare così il peso dell’enorme debito pubblico.
Tra le variabili c’è quella dell’aumento dei prezzi, che sta creando tensioni, ma l’inflazione (dovuta soprattutto al rialzo delle materie prime energetiche) non è ritenuta duratura.
Guardando ai mesi passati, poi, l’Istituto registra tra le famiglie un incremento del risparmio e della ricchezza, che non appare però omogeneo; ci s’indebita di più (crescono i mutui per le case) ma a livelli non preoccupanti, grazie anche ai prestiti a buon mercato.
Su questo fronte Via Nazionale richiama l’attenzione delle banche sui cosiddetti crediti deteriorati, cioè quelli che non si riescono a riscuotere: sono sotto controllo ma gli istituti devono mantenersi solidi e stare attenti alle capacità di rimborso.
Anche le imprese stanno recuperando il tonfo del 2020 in modo significativo e anche quelle più piccole, o fragili, riescono a ottenere finanziamenti. Va ancora meglio per le Assicurazioni: il settore è tornato ai livelli precedenti all’inizio della pandemia.