Dopo la pandemia il settore edilizio è ripartito dietro la spinta dei bonus per le ristrutturazioni e le vendite di case. Ma la forte domanda ha innalzato i prezzi delle materie prime e scarseggia il personale. Uno scenario che potrebbe peggiorare con l’avvio delle opere finanziate col Recovery Fund
Può capitare di dover aspettare anche sei mesi per un ponteggio e poter così impacchettare un palazzo da ristrutturare. Le richieste per interventi edilizi si sono moltiplicate negli ultimi tempi con la ripresa a pieno ritmo dopo le chiusure per la pandemia, grazie alla spinta degli sconti fiscali pagati dallo Stato, come il superbonus al 110 per cento, e un mercato del mattone che corre: gli acquisti di case sono aumentati di un quarto rispetto a due anni fa.
I prezzi dei materiali, dal ferro al legno, nel frattempo sono rincarati in maniera esponenziale per le forti richieste e scarseggia il personale. Migliaia di posti vacanti destinati, secondo i costruttori, ad aumentare nei prossimi anni.
Un paradosso per un settore che dovrebbe apprestarsi a vivere una stagione d’oro, dopo una lunga notte iniziata all’indomani della crisi finanziaria del 2008. Il Covid ha spento i primi segnali di ripresa visti nel 2019: con le restrizioni per l'emergenza sanitaria, gli investimenti l'anno scorso si sono ridotti del 10 per cento.
Ora si scommette sugli oltre 30 miliardi dei fondi del Recovery Plan assegnati alle infrastrutture da qui al 2026. Ma realizzare le opere potrebbe diventare un incubo perché non si trovano ingegneri, elettricisti, autotrasportatori e operai specializzati.
Le ultime stime dicono che mancherebbero quasi 100mila lavoratori per portare a termine quanto scritto nel Piano nazionale di Ripresa. Una cifra che, secondo l’Associazione dei Costruttori (l’Ance), sarebbe più del doppio.
Anche il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini ha ricordato che potrebbe esserci penuria di operai, sottolineando però la necessità di “retribuzioni adeguate”. Un argomento, questo, caro ai sindacati che da tempo sostengono come spesso il personale sia sottopagato, con contratti da manovale anche a chi sta sul cantiere da oltre vent’anni.