Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica, ha commentato a Sky TG24 Business le conseguenze dell'aumento del prezzo del gas sull'industria della ceramica italiana.
È uno dei fiori all'occhiello del made in Italy, leader nel settore dell'alto di gamma. Adesso, però, rischia di interrompere la produzione. È quanto sta accadendo alla ceramica italiana, un comparto che vale 6,5 miliardi di euro, 279 industrie e 27500 dipendenti. A pesare, l'aumento dei prezzi del gas, dovuto a un altrettanto generalizzato aumento del costo delle materie prime. «Per fatturare quei 6,5 miliardi, l'aumento dei prezzi corrisponderebbe a 1,4 miliardi, uno scenario insostenibile soprattutto per chi deve pagare una bolletta di questo tipo», ha commentato Giovanni Savorani ai microfoni di Sky TG24 Business.
Un settore, quello della ceramica, che già faticava a riprendersi dalla crisi finanziaria internazionale del 2008, in particolare da quella stagnazione della domanda sul mercato interno che aveva convinto i produttori ad aprirsi a nuovi mercati: francese, tedesco e statunitense su tutti. «L’industria ha tenuto in questi anni difficili perché si è riposizionata a un livello più alto di valore aggiunto, puntando sempre di più sulla qualità e incrementando al massimo gli investimenti, anche tecnologici», si legge nel report pubblicato da Euler Hermes.
Per i campioni nazonali della ceramica, adesso, la sfida appare più dura. Ma una soluzione c'è. Ancora secondo Savorani, è fondamentale porre fine alla «speculazione finanziaria sulle emissioni di Co2», ma soprattutto «creare un acquirente unico di gas a livello europeo», riducendo così lo spazio di manovra (e quindi di discrezionalità) del singolo Paese.
Guarda qui sotto l'intera puntata di Sky TG24 Business del 7 ottobre 2021, in cui è stato ospite anche Stefano Gianti (Swissequote).