Alitalia-Ita, dal bando per vendita marchio al confronto sindacale

Economia

Alessandra Zompatori

Tra le procedure per il passaggio in discontinuità tra la vecchia Alitalia e la nuova Ita, i commissari straordinari della ex compagnia di bandiera hanno pubblicato il bando di gara per la cessione dello storico marchio. Nella prima fase le offerte dovranno arrivare entro il prossimo 4 ottobre.  Intanto prosegue il confronto sindacale sul piano industriale e le assunzioni.

A meno di un mese dal decollo previsto per Ita i commissari straordinari di Alitalia hanno dato il via al bando di gara per l’aggiudicazione del marchio della ex compagnia di bandiera.

 

La pubblicazione del bando di gara

Su diversi quotidiani nazionali e anche sul Financial Times è stato, infatti, pubblicato l’invito a presentare le offerte. Prezzo base: 290 milioni di euro. L’operazione si svolgerà in due fasi: nella prima saranno ammesse soltanto offerte uguali o superiori alla quotazione di partenza da presentare entro le ore 14 del 4 ottobre 2021.

Se questa andasse deserta, la seconda verrà aperta anche a quelle a valore inferiore. Ovviamente, nel caso di più offerte valide, ci sarà la possibilità di rilancio per arrivare ad una vendita definitiva entro il 31 dicembre di quest’anno.

 

Le condizioni chieste dall'Europa

La cessione in gara del marchio Alitalia è infatti una delle condizioni richieste dall’Europa per stabilire la discontinuità economica tra la vecchia compagnia e la nuova che si prepara alla partenza. Se Ita vorrà vestire i colori dello storico brand, che è stato un vero e proprio simbolo dell’Italia nel mondo, dovrà conquistarselo. E questo non è un passaggio scontato considerando che altri vettori potrebbero essere interessati a privare Ita della possibilità di volare con il logo che da oltre settant’anni ha legato anche in maniera affettiva i passeggeri nazionali e internazionali alla linea tricolore.

 

Confronto azienda-sindacati sul piano industriale

Prosegue intanto il confronto sul piano industriale e sulle iniziali 2.800 assunzioni dei dipendenti, rispetto al totale degli attuali 10.500. Secondo i sindacati a rischio ci sarebbero 7.700 posti. I numeri previsti dalla nuova società dovrebbero però salire negli anni successivi. Per il ministro Enrico Giovannini, qualora Ita si aggiudicasse anche le gare per la parte di servizi di terra e per la manutenzione, il totale dei lavoratori impiegati potrebbe arrivare a 9.500 tra diretti a indiretti al 2025.

 

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