Dalla crescita economica il Governo può trovare i soldi per tagliare le tasse

Economia

Lorenzo Borga

Con la crescita in accelerazione il governo potrebbe trovare altri miliardi per finanziare le riforma fiscale promessa. Ma le idee nella maggioranza sono ancora confuse.

Come ogni anno, a fine estate si apre il cantiere fiscale. Vedremo se il 2022 sarà l’anno buono per la riforma fiscale promessa da molti ma mai portata a casa negli ultimi anni. Anche il governo Draghi ci proverà, contando su alcuni soldi già messi da parte e su altri che potrebbero arrivare grazie alla crescita economica. Dalla legge di bilancio dell’anno scorso arriva la dote di 2,3 miliardi di euro per la riforma fiscale, che ora potrebbero aumentare.

L'aiuto della crescita

Il bilancio pubblico gioverà infatti probabilmente quest’anno di una crescita del Pil maggiore delle aspettative: ad aprile il governo aveva stimato una variazione positiva del 4,5 per cento, un valore che la nostra economia ha già superato nei primi 6 mesi grazie al forte rimbalzo, secondo l’Istat.

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È molto probabile quindi che, a meno di inaspettate recessioni, supereremo l’obiettivo. E questo significa maggiori entrate e minori spese, e dunque più spazio fiscale per ridurre le tasse.

Idee diverse nella maggioranza

Una priorità su cui sono d’accordo tutti: l’Italia è il sesto paese in Europa per pressione fiscale secondo i dati Eurostat.

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Sul come farlo invece ci sono diverse opinioni, anche all’interno della maggioranza. Il Parlamento ha ospitato audizioni e seminari per più di 6 mesi, per poi pubblicare un documento di sintesi. Obiettivi dichiarati: stimolare la crescita e rendere il sistema fiscale più semplice e certo. Si potrebbero quindi ridurre le aliquote dell’Irpef e abbassare soprattutto lo scaglione che colpisce chi guadagna tra i 28mila e i 55mila euro.

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Le due certezze

Al di là delle ipotesi ci sono due certezze: uno, serviranno più dei 2-3 miliardi oggi disponibili per soddisfare tutti i desiderata dei partiti e, due, abbiamo una certa fretta, visto che nel Pnrr inviato in Europa (LO SPECIALE DI SKY TG24) avevamo scritto che la proposta di legge delega sarebbe arrivata entro fine luglio mentre non ne abbiamo visto ancora l’ombra.

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