Unicredit, acquisizione di Monte dei Paschi: aperta trattativa esclusiva con il Mef

Economia

Lorenzo Borga

Unicredit lancia la negoziazione esclusiva con il Ministero dell'Economia per Mps: 40 giorni per decidere, a patto che le perdite di Mps non intacchino il bilancio.

Unicredit-Monte dei Paschi di Siena, siano aperte le danze. La banca meneghina dopo mesi di indiscrezioni ha avviato formalmente le negoziazioni per acquistare Mps, il più antico gruppo bancario del mondo, controllato dallo Stato e con in pancia circa 4 milioni di clienti. O almeno una parte di essa: uno dei punti del negoziato sarà appunto definire quale parte di Mps verrà venduta a Unicredit.

Perdite in mano allo Stato?

L’amministratore delegato di Unicredit, la seconda banca italiana, Andrea Orcel ha annunciato l’operazione ieri sera: la banca ha aperto una trattativa in esclusiva con il Ministero dell’Economia di massimo 40 giorni. Alcune condizioni già le conosciamo: l’operazione non dovrà intaccare il capitale dell'acquirente, che in caso di accordo non si accollerà i crediti deteriorati, cioè non più rimborsati, e i contenziosi legali di Mps. Un acquisto che dunque sarebbe a sconto per Unicredit e che invece potrebbe rappresentare un costo per le casse pubbliche, come era accaduto per l’acquisto delle banche popolari venete in crisi da parte di Intesa San Paolo nel 2017. L'ex amministratore delegato di Unicredit, Jean Pierre Mustier, si era sempre detto contrario alle operazioni di fusione&acquisizione, ed è stato congedato. Orcel invece aveva affermato che l'operazione deve essere portata a termine solo se si rivelerà un'occasione di crescita per la banca. L'acquisizione potrebbe rafforzare la presenza della banca milanese nel Centro-Nord Italia, e rispondere alla mossa di Intesa che ha acquistato Ubi Banca per più di 5 miliardi di euro nell'estate scorsa.

 

Guarda nel video il commento sulla possibile operazione del professore ordinario di finanza e scienze bancarie Andrea Monticini, che insegna all'Università Cattolica di Milano, ospite a Sky TG24 Business (clicca qui per vedere la puntata integrale).

La (lunga) crisi di Mps

La banca senese, dopo alcune infelici operazioni e la crisi finanziaria, ha iniziato a chiedere aiuti pubblici nel 2009, quando dovette richiedere un prestito al governo. Qualche anno dopo, nel 2016, l'esecutivo di Paolo Gentiloni ha poi autorizzato la spesa di circa 5 miliardi di euro per acquistare la maggioranza delle azioni di Mps (poco più del 60 per cento), in difficoltà per i tanti prestiti erogati mai restituiti, in gergo chiamati non performing loans. Ora però lo Stato deve disfarsene e privatizzarla entro l’inizio dell’anno prossimo secondo un accordo con la Commissione Europea.

Aggregazioni bancarie: perché?

Una possibile occasione per Unicredit, che però non vuole acquistare a qualsiasi costo. L’operazione rientrerebbe nel contesto dei grandi affari e movimenti in atto tra le banche italiane, come l’operazione dell’anno scorso tra Intesa San Paolo e Ubi Banca, spinte unire le forze dalle difficoltà dovute all’innovazione tecnologica e all’era dei bassi tassi di interesse. Vedremo se di questa storia farà parte anche l’accordo tra Unicredit e Ministero del Tesoro.

 

Economia: I più letti