Nel secondo trimestre crescita robusta in Italia. A giugno aumentano i posti di lavoro e scende la disoccupazione. Ma siamo ancora lontani dai livelli precedenti all’inizio della pandemia
L’economia italiana ha marciato a buon ritmo negli ultimi mesi, forse meglio del previsto, complice anche l’allentamento delle restrizioni contro il Covid. Ma siamo ancora lontani dal recuperare la pesante recessione che c’è stata l’anno scorso (-8,9%).
Il prodotto interno lordo è cresciuto fra aprile e giugno del 2,7% rispetto ai primi tre mesi di quest’anno e – secondo le stime preliminari dell’Istat – il balzo è stato di 17,3 punti nei confronti del secondo trimestre del 2020, quando, però, molte fabbriche e uffici erano fermi o erano ripartiti da poco a causa del lockdown.
In quel periodo il Pil era sprofondato (-18,2% annuo) e ora forse è troppo presto per cantare vittoria, anche perché per centrare una crescita del 5% a fine anno (come atteso) bisognerà ancora fare i conti con l’andamento dell’epidemia. Viaggiamo comunque in linea con le altre maggiori economie europee: Spagna +19,8% su base annua; Francia +18,7; Germania +9,2.
Segnali positivi arrivano anche dal mercato del lavoro. A giugno l’occupazione è cresciuta (al 57,9%), confermando la ripartenza iniziata a febbraio, ed è diminuito il tasso di disoccupazione: è sceso al 9,7%, ma in Europa peggio di noi fanno solo Grecia e Spagna (15,1%).
Nel nostro Paese negli ultimi cinque mesi le persone con un lavoro sono 400 mila in più ma, rispetto ai livelli precedenti all’inizio dell’emergenza sanitaria i posti persi sono oltre 470 mila.
Se andiamo a un anno fa, poi, vediamo che ad aumentare sono soprattutto i contratti a termine (+344mila), con una velocità tripla rispetto agli assunti a tempo indeterminato. Situazione più drammatica per gli autonomi: l’emorragia in questo caso non è finita.