Recovery, cosa c'è nel piano approvato in Consiglio dei Ministri

Economia

Lorenzo Borga

Il testo definitivo chiarisce alcuni punti rimasti aperti fino a ora: superbonus 110%, quota 100, riforme.

A più di dodici ore dall’iniziale orario di convocazione del Consiglio dei Ministri, il Ministro dell’Economia Daniele Franco ha illustrato ieri sera al governo il piano per la ripresa e la resilienza che l’Italia invierà entro il 30 aprile alle istituzioni europee (CLICCA PER IL MONITORAGGIO DI SKY TG24).

 

Cosa c'è nel piano

Il documento contiene la strategia italiana per la ripresa da oggi al 2026, utilizzando i 191,5 miliardi del Recovery Fund (oltre a React-Eu e il fondo complementare di 30 miliardi italiani). Il piano si articola in sei missioni: digitalizzazione, transizione verde, infrastrutture, istruzione e ricerca, inclusione e coesione sociale e salute.

Missioni

Le risorse saranno impiegate per circa due terzi su nuovi investimenti, e per il restante per finanziare opere e progetti già in essere.

I fronti aperti: la Commissione europea

Il testo definitivo illustrato in Consiglio dei Ministri dovrebbe risolvere alcune delle tensioni che erano scaturite dalle prime bozze. Da una parte, con la Commissione europea che dovrà approvare il piano e che richiedeva maggiori dettagli sulle riforme. Per questo nel testo il governo ha meglio dettagliato gli interventi per la semplificazione normativa e per la riforma del codice degli appalti, dandosi anche una deadline più precisa: le norme più urgenti per far funzionare al meglio la pubblica amministrazione che dovrà gestire i fondi europei saranno varate in un decreto legge entro la prima settimana di maggio. Per quanto riguarda invece la riforma fiscale, il termine temporale è fine luglio per la legge delega.

I fronti aperti: la maggioranza

Il nuovo testo va incontro, dall’altra, anche alle richieste dei partiti. E dunque il superbonus 110% per le ristrutturazioni guadagna quasi 4 miliardi di euro a scapito delle energie rinnovabili e la promessa del ministro Franco di valutare la proroga al 2023 a settembre nella manovra di bilancio. Mentre il riferimento al mancato rinnovo di quota 100 nel 2022, richiesto a gran voce da Bruxelles, sarebbe scomparso dal testo. Entra invece nel Recovery la clausola, per le aziende che riceveranno i fondi europee attraverso le gare, di assumere anche giovani e donne.

 

Ora il testo arriverà lunedì in Parlamento per un’ultima, rapidissima, analisi. Le attese sono alte: il governo punta con il piano ad aumentare il Pil entro il 2026 fino al 3,6%. Ma solo se gli investimenti saranno “ad alta efficienza”. Se invece ci saranno ritardi e i soldi saranno spesi male, come spesso è capitato con i fondi europei, la crescita sarà ben minore.

Scenari Pil

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