L'allarme della Cgia: "292mila aziende in crisi. Rischio lavoro nero”. I DATI
L'associazione spiega che i settori più colpiti dalla pandemia sono il commercio, i servizi alla persona e l'intrattenimento. Per alcuni di questi le perdite di fatturato, nel 2020, superano il 70%. Si tratta di imprese che danno lavoro a 1,9 milioni di persone e producono un valore aggiunto di circa 63 miliardi
Dalle stime sull’andamento medio del fatturato nel 2020, i settori più colpiti dalla pandemia hanno interessato, in particolar modo, il commercio, i servizi alla persona e l’area dell’intrattenimento. È l'allarme lanciato dall'Ufficio Studi di Cgia Mestre in una nota. Secondo una recente indagine Istat, ricorda l'associazione, sono 292mila le aziende che si trovano in una situazione di seria difficoltà
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In particolare per alcuni di questi settori le perdite di fatturato superano il 70% nel 2020
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Tra le attività più colpite le agenzie di viaggio e i tour operator, che hanno perso il 73,2%, segnala Cgia
Particolarmente in crisi anche attività artistiche, palestre, piscine, sale giochi, cinema e teatri, con una perdita di fatturato del 70%
Alberghi e alloggi, secondo la stima di Cgia, hanno perso nel 2020 il 53% del fatturato
Perdite del 34,7% nel 2020 per bar e ristoranti
In termini assoluti, la perdita di fatturato più importante ha interessato il commercio all'ingrosso (-44,3 miliardi di euro)
Seguono il commercio e riparazione auto e moto (-26,8 miliardi), e bar e ristoranti (-21,3 miliardi di euro)
Attività artistiche, palestre, sale giochi, cinema e teatri hanno perso 18,3 miliardi
Il commercio al dettaglio ha perso 18,2 miliardi, gli alberghi 13,9, le agenzie di viaggio e i tour operator 9,3 miliardi
Le 292mila aziende in difficoltà sono attività che danno lavoro a 1,9 milioni di addetti e producono un valore aggiunto che sfiora i 63 miliardi di euro
Il numero medio di addetti per impresa di queste aziende a rischio chiusura è pari a 6,5
"È evidente - sottolinea la Cgia - che non tutti questi operatori economici chiuderanno definitivamente i battenti, tuttavia con lo sblocco dei licenziamenti previsto entro la fine del prossimo mese di marzo molti degli addetti di queste attività rischiano di trovarsi senza un'occupazione regolare"
La crisi determinata dalla pandemia - prosegue Cgia - potrebbe far aumentare a dismisura l'esercito degli abusivi e dei lavoratori in nero presenti in Italia: dei 1,9 milioni di addetti che rischiano il posto, uno finirà ad ingrossare le fila dell'economia sommersa