Il mercato attende con una certa serenità la pagella che l’agenzia di valutazione consegnerà stasera all’Italia
Lo scorso aprile Standard&Poor’s Global Ratings ha confermato per l’Italia una “BBB” con prospettive negative, un giudizio due gradini sopra il livello speculativo "spazzatura". Il rischio è che questa sera alle 22 decida di declassare il nostro Paese allineandosi a Moody’s e Fitch che lo pone sul gradino più basso dei rating sicuri. Il timore è quindi di ricevere una pagella con una “BBB-“. Il mercato non sembra preoccupato e ciò potrebbe dipendere dall’accoglienza calorosa da parte degli investitori del nuovo BTp trentennale che ha raggiunto oltre 90 miliardi di euro di ordini d’acquisto, avvenuto proprio alla vigilia di questa delicata pagella di S&P.
Il piano di acquisto di titoli della Bce
E’ vero che il debito pubblico ha raggiunto vette elevate e negli ultimi giorni anche lo spread è tornato a salire, ma la situazione trova le sue giustificazioni nella risalita dei contagi di coronavirus. Le prossime settimane saranno molto intense per l’Italia che il 30 ottobre attende la valutazione di DBRS, il 6 novembre quella di Moody’s e il 4 dicembre di Fitch. Pare chiaro che il mercato tenga in forte considerazione che la Bce potrebbe continuare a comprare i titoli di stato che rappresentano una sorta di scudo di protezione. Il piano di acquisto di titoli (Pepp) da parte della Bce potrebbe essere infatti ampliato, con altri 400-500 miliardi in aggiunta agli attuali 1.350 miliardi di euro.
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I rischi di un declassamento
Il rischio di declassamento del rating esiste ed è evidente che creerebbe non pochi problemi all’Italia avvicinandola ancora di più alla serie B, quella dei rating speculativi. Conseguenza diretta sarebbe il condizionamento del comportamento degli investitori che venderebbero i BTp.
