Atlantia, no alla manleva per CdP. Governo valuta revoca

Economia

Scade oggi l'ultimatum del Governo sulla revoca della concessione autostradale. Atlantia, la holding dei Benetton, conferma la disponibilità a cedere Aspi, ma dice no alla manleva, ossia a mantenere su di sè la responsabilità per il crollo del ponte Morandi. Dossier sul tavolo del Cdm stasera o domenica, a mercati chiusi     

Manleva. Uno di quei termini giuridici un po’ ostici, non certo da linguaggio di tutti i giorni, che a un certo punto, all’improvviso, finiscono nei titoli dei giornali e al centro del dibattito pubblico. Che cos’è, che significa, come funziona la manleva? In soldoni (e qui ne ballano tanti), è un accordo con cui il primo soggetto si obbliga a tenere indenne il secondo soggetto da pretese patrimoniali avanzate da terzi per un evento passato, precedente l’accordo. Pratica diffusa, specie nei contratti commerciali: chi vende mantiene su di sé la responsabilità per determinati eventi, ben specificati nel contratto.

Il nodo manleva tra Benetton e CdP

Ruota (quasi) tutta attorno alla manleva la partita per la cessione di Autostrade. In una lettera inviata al governo al termine dell’ultimo consiglio di amministrazione, Atlantia conferma infatti la volontà di cedere Aspi a Cassa depositi e prestiti attraverso un'operazione di Mercato – come da accordi a tre di metà luglio - ma bolla come 'inaccettabile' l’inserimento di una clausola di manleva a favore di CdP. Tradotto, la holding dei Benetton non ci sta a mantenere su di sé, mentre vende la società Autostrade, la responsabilità per il crollo del ponte Morandi di Genova, avvenuta sotto la sua gestione nell’agosto 2018.

La lettera di Atlantia al Governo

Nella lettera, Atlantia difende la propria coerenza rispetto agli impegni presi a luglio con l'esecutivo, ma chiede che la cessione di Aspi avvenga con "un'operazione di mercato, a garanzia di tutti gli azionisti e obbligazionisti di Atlantia e di Aspi”. Insomma, se si vende, si vende tutto, onori e oneri. A dispetto della minaccia del ministero dei trasporti di revocare la concessione, in caso di mancato accordo di vendita (e quindi di uscita dei Benetton). Il governo ritiene la manleva un punto fondamentale: la linea è “Atlantia mantenga la responsabilità civile, amministrativa e penale che Aspi ha per il crollo del ponte di Genova, queste responsabilità non possono passare insieme alle quote azionarie a Cassa depositi e prestiti, che è un ente controllato dal Ministero dell’economia”. Atlantia parla invece di “garanzie e manleve non usuali e dell'accollo da parte di Aspi di prestiti obbligazionari emessi da Atlantia, condizioni tutte non presenti nella lettera del 14 luglio e non accettabili in un contesto di mercato". Il Comitato delle Vittime del Ponte Morandi si dice “scandalizzato da tanta arroganza” e attacca Atlantia, appunto, sulla questione manleva.

Gli altri nodi e l'ipotesi revoca

Manleva nodo fondamentale ma non l'unico: tariffe, invesitmenti, debiti, sono altri capitoli delicati di una trattativa faticosa, vissuta sotto la spada di damocle della minaccia di revoca della concessione. Senza passi avanti sostanziali, il governo sembra intenzionato a rimettere sul tavolo la soluzione estrema, con affidamento temporaneo di 3mila km di rete ad Anas o a un commissario di Aspi. Appuntamento, forse, già al CdM del fine settimana, a borse chiuse.

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