Decreto Rilancio: taglio dell’Imu fino al 20% per chi paga con addebito su conto corrente

Economia
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È una delle novità al dl approvate in commissione Bilancio alla Camera. I sindaci possono introdurre “un premio” per chi paga alcuni tributi utilizzando la domiciliazione bancaria. L’imposta municipale nata dalla fusione tra l'Imu e la Tasi, vale 20,3 miliardi di gettito

I sindaci possono introdurre “un premio” per chi paga con l'addebito sul conto corrente alcuni tributi, tra cui l’Imu. È questa una delle novità introdotto nel decreto Rilancio (LO SPECIALE). In pratica, è previsto uno sconto fino al 20 per cento delle aliquote e delle tariffe delle entrate tributarie e patrimoniali, a condizione che chi paga utilizzi la domiciliazione bancaria, vale a dire l'addebito direttamente sul proprio conto corrente.

Il taglio dell’Imu fino al 20 per cento

Il taglio dell’Imu fino al 20 per cento, definito mossa anti-evasione, è una delle novità al dl Rilancio approvate in commissione Bilancio alla Camera. L'emendamento, a prima firma Massimo Garavaglia, si intitola “premio a chi paga”: lascia un margine di manovra fiscale agli enti territoriali, che possono scegliere di applicare lo sconto con una "propria delibera".

Quanto vale l’Imu?

L’Imu, "nuova" imposta municipale nata dalla fusione tra l'Imu e la Tasi, vale 20,3 miliardi di gettito. Il tributo, che finanzia le attività comunali, si paga sulle seconde case e sulle sole abitazioni principali di lusso. È tra le imposte che tocca le tasche di più persone: ogni anno chiama alla cassa circa 25 milioni di contribuenti-proprietari. Si tratta di una vera imposta patrimoniale, che non si paga sul reddito che gli immobili possono dare, ma solo sul possesso effettivo del bene. Gli ultimi dati - forniti dal rapporto Imu 2020 della Uil - hanno stimato che il 41% di coloro che devono versare l'imposta non sono ricchi rentier ma lavoratori dipendenti e pensionati. Il costo medio complessivo dell'Imu su una seconda casa, in un capoluogo di provincia - ha calcolato il sindacato - è di circa 1.070 euro medi, da pagare in due rate. Ma il balzello può essere anche più pesante e arrivare a punti di oltre 2mila euro nelle grandi città. La “nuova” Imu ha di fatto assorbito anche l'aliquota che si pagava con la Tasi, la tassa pensata per pagare i servizi indivisibili dei comuni, e al momento sono molti i municipi in cui il prelievo è pari all'11,4% sulle seconde case. Le prime case coinvolte sono solo quelle di lusso e in questo caso il prelievo sale ancora: in media è di 2.610 euro l'anno, ma arriva a punte di 6mila euro nelle grandi città. Per cantine, garage, posti auto, tettoie - le cosiddette “pertinenze” - si versa l'imposta con l'aliquota delle seconde case, con un costo medio annuo di 56 euro (28 euro saldo), con punte di 110 euro annui. Nella classifica stilata dalla Uil il costo maggiore per una seconda casa si registra a Roma con 2.064 euro medi; a Milano si pagheranno 2.040 euro medi; a Bologna 2.038 euro. Valori più "contenuti", invece, ad Asti con un costo medio di 580 euro, a Gorizia con 582 euro, a Catanzaro con 659 euro e a Crotone con 672 euro.

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