Bce, la Corte costituzionale tedesca salva il Quantitative Easing

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I giudici hanno accettato le decisioni della Corte di giustizia europea sul piano di acquisto di titoli di Stato lanciato nel 2015. Hanno però accolto alcuni ricorsi dando 3 mesi alla Bce per fare chiarezza sullo strumento, altrimenti la Bundesbank non vi parteciperà più. Il governo di Berlino: "Chiederemo a Bce verifica del programma"

La Corte costituzionale tedesca ha accettato le decisioni della Corte di giustizia europea sul Quantitative Easing della Bce, il piano di acquisto di titoli di Stato lanciato nel 2015, confermandone la legalità. Allo stesso tempo ha però accolto in parte i ricorsi contro il programma e ha impedito alla Bundesbank, la banca centrale tedesca, di partecipare al programma di acquisto dei bond se la Bce non farà chiarezza sull'utilizzo dello strumento entro tre mesi. Le decisioni di oggi non toccano in alcun modo le misure approvate lo scorso mese per sostenere i Paesi colpiti dall'emergenza coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE - GRAFICHE). 

Governo tedesco: "Chiederemo a Bce verifica programma"

Il governo tedesco si spenderà a Francoforte per fare in modo che la Bce attui la verifica sostanziale delle misure criticate dalla Corte costituzionale tedesca, ha annunciato il sottosegretario alle Finanze Joerg Kukies. "Ci muoveremo a questo scopo", ha spiegato "e crediamo che la Bce lo farà".

La Corte tedesca: “Chiarire obiettivi sproporzionati”

Secondo la Corte con sede a Karlsruhe, il Quantitative Easing contrasta infatti con le competenze della stessa Banca centrale europea, se non risponde a una serie di paletti. In primis, gli intervento non devono essere sproporzionati. Ad esempio, l’Italia pesa per il 15,6% nel capitale della Bce, ma gli acquisti di titoli italiani nell’attuale programma superano il 30%. Per questo alla Bundesbank sarà proibito partecipare a quelle che vengono definite “decisioni anticostituzionali” se non ci sarà un chiarimento da parte della Bce. Da questa, come si legge in una nota diffusa dai giudici, ci si aspetta che chiarisca “che con il Pspp (il Programma di acquisto di titoli pubblici, ndr) non proceda a obiettivi di politica monetaria sproporzionati e che abbiano effetti di politica fiscale e di bilancio”.

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