"Alitalia è strategica e tornerà ad essere la compagnia di bandiera". Ma la newco partirà da dimensioni ridotte, appena un quarto di quelle attuali: 30 velivoli, 3.000 dipendenti. A questo stanno lavorando il Governo e il commissario straordinario Giuseppe Leogrande
Una mini-Alitalia. Una compagnia di… bandierina, verrebbe da dire, leggendo il progetto cui stanno lavorando il Governo e il commissario straordinario Giuseppe Leogrande. Nella visione dell’esecutivo giallo-rosso, Alitalia torna ad essere nazionale e pubblica. Ma, almeno nella fase iniziale, con dimensioni molto ridotte. Del resto, dall’uscita dei partner arabi di Etihad (2017) non si è riusciti a trovare altri vettori interessati a rilevarla, e solo i prestiti-ponte da centinaia di milioni (il primo, del Governo Gentiloni) l’hanno tenuta in vita.
"Alitalia strategica, torna ad essere pubblica"
L’ipotesi di farne uno spezzatino è quindi accantonata: “Alitalia è strategica e tornerà ad essere la compagnia di bandiera”, è il mantra dell’esecutivo. Ma la newco, la nuova società che la farà rinascere sarà appena un quarto di quella attuale. I tempi sono stretti, dopo 3 anni e più di stallo, si punta a creare la newco in poco più di un mese, perché la liquidità in cassa sta terminando. Uno scenario che, in assenza per ora di un vero e proprio piano di rilancio, preoccupa i sindacati.
Nel "Cura Italia" il piano dimagrante
La nuova rotta per la compagnia, improntata col decreto Cura Italia, è stata illustrata ai sindacati nel corso di una videoconferenza convocata dal ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, cui hanno partecipato anche i ministri dei trasporti Paola De Micheli e del Lavoro Nunzia Catalfo, oltre al commissario Leogrande. Il Governo ha ribadito la strategicità della compagnia, resa ancora più evidente dalla crisi legata all'emergenza coronavirus, e ha confermato la strada della newco pubblica. L'elemento nuovo riguarda il perimetro della nuova società che sarà "limitato", cioè "proporzionato alla capacità di fatturare di oggi". Capacità davvero minima. Tradotto, la newco partirà con una flotta di 25-30 aerei, ossia quelli che stanno volando in questo momento di emergenza Covid-19.
Trenta aerei, 3.000 dipendenti: come nel 1957
Per capirci, è un quarto della flotta totale attuale, che conta 113 velivoli. Lufthansa, ad esempio, conta più di 200 velivoli. Se ci fosse una riduzione analoga anche per il personale, si arriverebbe a circa 3 mila dipendenti dagli attuali 11 mila. Si tornerebbe, nei fatti, ai livelli del 1957, all'Alitalia Lai nata dalla fusione con Lai, che contava circa 3 mila dipendenti e 37 aerei. Ben lontani insomma dall’inizio del secolo (anni 2001-2004) quando l'Alitalia di cui era azionista lo Stato aveva oltre 20 mila dipendenti e una flotta di 160-185 aerei.
Sindacati preoccupati: "Serve piano dirilancio"
La newco verrà costituita al più presto, un mese o poco più, e nel consiglio di amministrazione entrerà anche un rappresentante dei lavoratori. Elemento che trova l’apprezzamento dei sindacati, preoccupati però dalla mancanza di un piano di crescita della compagnia una volta finita l'emergenza. "La nuova Alitalia deve nascere con un'idea di sviluppo ed aumento dei voli, superata la fase emergenziale", avverte la Cgil insieme alla Filt, chiedendo che l'eventuale piano industriale sia "a tutela dell'occupazione". Giudizio sospeso dalla Uil e Uiltrasporti, che attendono dai prossimi incontri (forse già lunedì 30 marzo) chiarimenti sul perimetro della newco, l'organico dei lavoratori, la flotta e "sui progetti di crescita che si devono mettere necessariamente in campo”.