Istat, occupati ancora in calo: -40mila gennaio su dicembre. Risale disoccupazione giovani

Economia

A gennaio 2020 i lavoratori diminuiscono rispetto al mese precedente, ma aumentano di 76mila unità rispetto a gennaio 2019. Tasso di occupazione al 59,1%: -0,1 punti su dicembre. Stabile il tasso di disoccupazione, in aumento quello di disoccupazione tra i 15 e 24 anni

Calano gli occupati rispetto a dicembre 2019, il tasso di disoccupazione è stabile, risale la disoccupazione giovanile. È questo il quadro che emerge dagli ultimi dati dell’Istat che si riferiscono a gennaio 2020.

A gennaio -40mila lavoratori rispetto a dicembre

I numeri evidenziano che, dopo il calo degli occupati registrato a dicembre, prosegue la diminuzione congiunturale dei lavoratori anche se in modo più contenuto: a gennaio, infatti, gli occupati sono diminuiti di 40mila unità rispetto a dicembre, mentre si registra un aumento di 76mila unità rispetto a gennaio 2019. Gli occupati totali nel mese sono 23.312.000, mentre il tasso di occupazione è al 59,1% con un calo di 0,1 punti rispetto a dicembre.

Stabile il tasso di disoccupazione

L’Istat rivela anche che, rispetto a dicembre, il tasso di disoccupazione a gennaio è rimasto stabile al 9,8%. Il tasso è in diminuzione rispetto a gennaio 2019 di 0,6 punti percentuali. I disoccupati a gennaio sono 2.528.000, con un aumento di 5mila unità rispetto a dicembre 2019 e un calo di 166mila unità rispetto a gennaio 2019. Il tasso di inattività tra i 15 e i 64 anni aumenta di 0,1 punti rispetto a dicembre (è al 34,4%) e resta stabile rispetto a gennaio 2019.

Risale disoccupazione giovanile

A gennaio, però, risale il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni: 29,3%. L’Istat ha spiegato che si è registrato un aumento di 0,6 punti su dicembre e un calo di 2,4 punti su gennaio 2019.

Istat: “Si confermano andamenti negativi dell'occupazione registrati a dicembre”

L’Istat ha sottolineato che a gennaio "si confermano gli andamenti negativi dell'occupazione già registrati a dicembre, con variazioni più contenute sia nel numero di occupati sia nel tasso di occupazione”. La flessione dell'occupazione – ha evidenziato l’istituto – “riguarda soprattutto donne, under 35, lavoratori temporanei e autonomi, che si confermano ai minimi storici, mentre una sostanziale stabilità caratterizza i dipendenti permanenti”.

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