Coronavirus, quando l’assenza dal lavoro è giustificata

Economia

Silvia Monsagrati

Ecco il vademecum dei Consulenti del lavoro sulle assenze dal lavoro per l’emergenza coronavirus 

Nei primi giorni dell’emergenza Coronavirus in Italia i lavoratori delle zone più coinvolte dalla diffusione dei contagi si chiedono come devono comportarsi. Ma per tanti dipendenti – da chi per la natura del lavoro che svolge non può ricorrere allo smart working, a chi lavora per un’azienda che non ha dato disposizioni in merito - il dubbio rimane. Ecco così arrivare una sorta di vademecum, diffuso dall’Associazione dei Consulenti del lavoro, che individua 5 possibili tipologie di assenza dal lavoro in questa situazione:

1- In zone di contagio 

La prima tipologia è del lavoratore che vive in una delle zone colpite dal contagio e non può uscire di casa per le disposizioni delle autorità pubbliche. Il lavoratore in questo caso è giustificato a non recarsi al lavoro. L’assenza dal posto di lavoro non solo è indipendente dalla sua volontà, ma necessaria per motivi di salute pubblica. Può restare a casa, regolarmente retribuito. L’associazione per questa tipologia di lavoratori chiede la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione, laddove non sia possibile ricorrere al lavoro da casa, o smart working. Molte aziende infatti stanno dando disposizioni in questo senso. Al momento ad esempio sono in smart working l’85% dei dipendenti della sede Axa di Milano, 1000 dipendenti di Snam tra Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto, 74 dipendenti di Saipem, Enel ha disposto lo 'smart working' "fino a data da destinarsi per tutti i colleghi che lavorano o hanno residenza in uno dei comuni interessati da ordinanze pubbliche" relative al coronavirus. A questo proposito il decreto del governo appena pubblicato in Gazzetta ufficiale semplifica le procedure e dispone che possano lavorare da casa anche i dipendenti che non hanno ancora stretto un accordo individuale, così come previsto dalla legge, con il proprio datore di lavoro.

2- Aziende a rischio 

La seconda tipologia di assenza dal lavoro quando c'è una sospensione di attività aziendale per aziende che si trovano nelle aree colpite da contagio. Anche in questo casa l’assenza del lavoratore è giustificata e retribuita e si rende doveroso, scrivono i consulenti del lavoro, il ricorso alla Cassa integrazione.

3- In quarantena obbligatoria

La terza tipologia riguarda il lavoratore in quarantena obbligatoria. Per i dipendenti che risiedono nelle zone colpite da contagio e abbiano sintomi riconducibili al Coronavirus e siano stati a contatto con persone colpite dal virus. L’assenza del lavoratore è assimilabile a un trattamento sanitario e la sua assenza dovrà essere disciplinata come l'assenza per malattia, con le conseguenti tutele per la salute e la garanzia del posto di lavoro.

4- In quarantena volontaria 

La quarta tipologia è quella del lavoratore in quarantena volontaria. Riguarda i dipendenti che scelgono autonomamente di isolarsi pur non avendo sintomi palesi di contagio. Per chi rientra in Italia da zone a rischio epidemiologico ha l’obbligo di comunicarlo all’azienda sanitaria territoriale e l’autorità sanitaria può decidere per una permanenza domiciliare con sorveglianza. Al momento non sono state predispose misure del genere per la diffusione del contagio in Italia, ma secondo la Fondazione consulenti del lavoro in attesa di decisioni concrete la quarantena volontaria da chi proviene dalle zone a rischio in Italia, può rappresentare un comportamento di oggettiva prudenza, ed essere disciplinato come se l’astensione dal lavoro fosse obbligata da un provvedimento amministrativo.

5- Assenza per paura 

L'assenza dal luogo di lavoro per la paura del contagio è il caso più spinoso, perché l’assenza dal lavoro solo per la paura del contagio, in assenza di provvedimenti che limitano la circolazione ma solo per paura di essere contagiati, in assenza degli altri requisiti riportati sopra, non è considerata legittima. Si tratterebbe dunque di una assenza ingiustificata dal luogo di lavoro, che può dar luogo a provvedimenti disciplinari che possono arrivare fino al licenziamento.

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