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Ex Ilva, l'acciaieria 1 ferma per due mesi. In cassa integrazione 250 lavoratori

Economia

Fim, Fiom e Uilm spiegano che - secondo ArcelorMittal - i nuovi assetti produttivi sono dovuti a "uno scarso approvvigionamento di materie prime e all'attuale capacità produttiva legata alle commesse". I sindacati contrari: "Rischi per la sicurezza e per l'ambiente"

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Fermo immediato dell'acciaieria 1 di Taranto e una riduzione di personale da 477 a 227 unità, con la conseguente collocazione di 250 lavoratori in Cig. E’ quanto comunicato oggi da ArcelorMittal ai sindacati Fim, Film e Uil. Il fermo dell’acciaieria 1 dell’ex Ilva è previsto per circa 2 mesi, da giovedì 23 gennaio fino al 31 marzo 2020. I sindacati spiegano che - secondo ArcelorMittal - i nuovi assetti produttivi sono dovuti a "uno scarso approvvigionamento di materie prime e all'attuale capacità produttiva legata alle commesse".

Cosa prevede il nuovo assetto

I nuovi assetti produttivi - spiegano i sindacati - partiranno con l'acciaieria 2 a pieno regime. Parte della produzione della stessa acciaieria 1 verrebbe spostata all'acciaieria 2, "che passerebbe - spiegano le Rsu - dall'attuale regime di due convertitori a tre in marcia. L'azienda ha ribadito la necessità di mantenere i presidi per la quasi totalità della manutenzione e del personale necessario di esercizio per garantire, in entrambi i casi, la salvaguardia impiantistica propedeutica alla ripartenza dell'impianto". Inoltre, aggiungono i sindacati, "una parte del personale di esercizio dell'acciaieria 1, formato e informato, verrà impiegato in acciaieria 2 a saturazione organico".

Come funzionerà l'acciaieria 2

"La sola acciaieria 2 produrrà dalle 45 alle 47 colate al giorno", spiega Francesco Brigati della segreteria Fiom Cgil di Taranto. "Attualmente - dice Brigati - il siderurgico viaggia più o meno sullo stesso numero di colate giornaliere solo che vengono ripartite tra le due acciaierie: la 1 e la 2. Mediamente - aggiunge -, l’acciaieria 1 ne effettua circa 25 al giorno. Adesso, invece, con lo stop dell'acciaieria 1, tutto sarà spostato sulla 2 che funzionerà con tre convertitori". Brigati precisa: ”In realtà già ora l’acciaieria 2 ha tre convertitori in attività, solo che, concentrandosi solo qui la produzione di acciaio, si avrà un loro utilizzo decisamente più intenso. Questo può determinare vari problemi: dalla sicurezza sul lavoro all'impatto sull’ambiente”.

I sindacati contrari alla decisione di ArcelorMittal

Fim, Fiom e Uilm hanno dunque ribadito la propria "contrarietà a tale decisione aziendale in quanto ritengono che il momentaneo trasferimento della produzione sull'Acciaieria 2, rispetto all'attuale assetto di marcia, può creare possibili ripercussioni dal punto di vista della sicurezza e dell'ambiente". I sindacati ritengono "inaccettabile tale scelta da parte di ArcelorMittal in quanto, ad oggi, non vi è un piano industriale condiviso con il Governo e le organizzazioni sindacali" e pertanto chiedono "l'immediata sospensione dell'iniziativa unilaterale della multinazionale”.