Al via da martedì la 50esima edizione del meeting annuale che vedrà la partecipazione dei big della politica e dell'economia mondiale. Per l'Italia ci saranno il premier Conte, il ministro dell'Economia Gualtieri oltre a manager e imprenditori
Dov'è Davos
Nel cantone dei Grigioni, tra le Alpi svizzere. Sede di cliniche e case di cura con ospiti llustri come Thomas Mann nell'Ottocento e località sciistica in tempi più recenti, durante il WEF è letteralmente presa d'assalto e bloccata.
Cos'è l'Annual Meeting del World Economic Forum
Un Forum che raccoglie politici, ecnomisti e imprenditori da tutto il mondo. Dal 1971 (quando si tenne l'European Management Symposium) ha cadenza annuale, nel 1974 per la prima volta furono invitati dei politici nel 1976 l'invito fu esteso a dirigenti d'azienda di oltre mille Paesi.
Quando si svolge
In genere nella terza settimana di gennaio, quest'anno dal 21 al 25.
Gli invitati
Tra i politici, il presidente degli Stati Uniti Trump, la Cancelliera tedesca Markel, quello austriaco Kurz, i premier spagnolo Sanchez e olandese Rutte, il presidente dell'Iraq Barham Salih e dell'Afghanistan Mohammad Ashraf Ghani. Oltrea vari capi di Stato o di governo africani, asiatiaci e sudamericani. A rappresentare le istituzionali internazionali ci saranno, tra gli altri, i numeri uno dell'Fmi, Kristalina Georgieva, dell'Ocse, Angel Gurria e della Nato, Jens Stoltenberg. Non mancheranno star del mondo dello spettacolo, noti per il loro impegno sociale ed ambientale. Matt Damon, Leonardo Di Caprio, Elton John e Bono degli U2 sono stati visti al Forum negli anni passati.
Gli italiani presenti
Oltre al presidente del Consiglio Conte, il ministro dell'Economia Gualtieri e degli Affari europei Amendola. Tra i grandi manager del Paese, ci saranno la presidente dell'Eni Emma Marcegaglia, il CEO di Generali Philippe Donnet, di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, di Mediobanca Alberto Nagel, i presidenti di Saipem Francesco caio, di Geox Mario Moretti Polegato, di Illycaffé Andrea Illy e di Ariston Thermo Paolo Merloni.
Di cosa si parla
Ogni anno si affronta un argomento diverso: in quest'edizione si parlerà di "capitalismo sostenibile", in linea con la crescente sensibilità sui temi dell'ambientalismo e della salvaguardia del pianeta. Ma ci sono oltre 400 "panel" in programma nel corso dei quali verranno affrontati anche altri temi: dalla cybersecurity al sociale.
I presidenti USA
L'anno scorso Donald Trump non presenziò ma tornerà per questa 50esima edizione. Nella storia degli Staes, Ronald Reagan si collegava in video, il primo a sedersi nella cittadina svizzera fu Bill Clinton nel 2000, mentre i Bush - padre e figlio - così come Obama non si sono mai fatti vedere.
Il badge
Bianco per capi di Sato, monarchi e alte personalità, arancione per i giornalisti, viola per il personale tecnico, verde per i funzionari che accompagnano i capi di Stato, grigi per coniugi e partner.
Meteo
Per tutti, dai monarchi ai capi di Stato fino all'ultimo dei tecnici, le temperature saranno basse, molto basse, con punte fino ai -17 gradi.
Curiosità
Negli anni Settanta il fondatore del forum, Klaus Schwab, chiese alla sua segretaria di chiamare il "signor Giscard d'Estaing". Voleva parlare con Olivier Giscard d'Estaing, l'uomo responsabile della business school Insead. Invece la chiamata fu fatta al palazzo dell'Eliseo, e Schwab fu messo in contatto direttamente con l'allora presidente francese, Valery Giscard d'Estaing. Sentendo la voce del presidente, Schwab andò nel panico e mise giù il telefono.
L'ex primo ministro britannico, Edward Heath, fece la sua apparizione nel Forum come direttore d'orchestra, assumendo la direzione della Zurich Chamber Orchestra in un concerto di beneficenza nel 1979, anche se il suo compito principale in quell'anno era di fungere da presidente.
L'ex primo ministro turco Ozal sostiene che Davos impedì che il suo Paese entrasse in conflitto con la Grecia. Quando nel 1987 le tensioni tra i due Paesi si intensificarono, non si arrivò a una guerra aperta perché l'anno precedente Ozal aveva conosciuto al Forum il suo omologo greco, Andreas Papandreou, capendo che si sarebbe potuto fidare di lui.