Il governatore di Bankitalia, in un'intervista a Il Corriere, difende l'operato dell'Istituto e parla della vicenda della Popolare di Bari: "Sono stati difesi correntisti e risparmiatori, pronti a rispondere"
"La realtà è che abbiamo avuto la crisi di alcune banche nel contesto della più grave recessione della storia unitaria del nostro Paese. Queste banche rappresentavano, nel complesso, il 10 per cento degli attivi totali, il che vuol dire che il restante 90 per cento ha fatto fronte alle gravissime conseguenze della crisi dell'economia reale". In un'intervista al Corriere della Sera, firmata dal suo direttore Luciano Fontana, il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco inquadra così il tema degli istituti di credito, ribadendo che "il compito di vigilare lo abbiamo svolto" e che come istituto centrale "siamo pronti a rispondere in tutte le sedi". Quanto alla scelta di porre in amministrazione straordinaria la Banca Popolare di Bari Visco ha detto: "è il risultato, come sempre in questi casi, di un'attenta analisi, è un atto possibile in termini di legge solo dopo aver rilevato gravi perdite o carenze nei sistemi di governo societario. Dal 2007 - ha aggiunto il Governatore - abbiamo posto in amministrazione straordinaria circa 80 intermediari: più della metà è tornata alla gestione ordinaria, per quelli liquidati o aggregati con altre banche, non vi sono state, nella generalità dei casi, perdite per depositanti e risparmiatori".
"Salvataggi costosi"
Posto dinanzi all'obiezione che questi salvataggi fanno molto rumore quando avvengono in Italia e meno quando capitano all'estero, come in Germani o in Olanda, il Governatore Visco sottolinea che negli altri Paesi i salvataggi "sono costati al contribuente molto più che da noi: l'intervento pubblico in Germania e in Olanda ha accresciuto il debito pubblico di oltre il 10 per cento del Pil, da noi di poco più dell'1 per cento". Quanto al salvataggio di Tercas, la Cassa di Teramo commissariata dalla Banca d'Italia nel 2012, Visco afferma che "la ricapitalizzazione della Popolare di Bari non ha potuto avere luogo sul mercato perchè la banca non si era trasformata in società per azioni come richiedeva la legge di riforma da noi fortemente caldeggiata e realizzata dal governo nel gennaio 2015". Per poi precisare che "l'assetto delle "popolari" è un problema che abbiamo sempre sottolineato con forza: ostacola l'accesso al mercato e favorisce opacità e autoreferenzialità nella governance". Quanto ad azionisti e obbligazionisti, assicura il Governatore di Bankitalia, "l'intervento del Fondo
interbancario e del Mediocredito centrale è volto a evitare scenari liquidatori e possibili perdite per i risparmiatori che detengono depositi e obbligazioni". Un ultima battuta il Governatore Visco la riserva alla manovra economica varata dal governo, per dire che "dobbiamo pensare alla manovra come un ponte che sana problemi di breve periodo per passar e poi al piano strutturale" e che "ci vuole un impegno per una discesa del debito graduale ma progressiva e costante" e, soprattutto, "servono azioni strutturali di rilancio dell'economia".