Ex Ilva, cassa integrazione straordinaria per 3.500 dipendenti dopo stop all'altoforno 2

Economia

La multinazionale anglo-indiana ha informato i sindacati dopo il rigetto da parte del Tribunale di Taranto della richiesta di prorogare lo spegnimento dell’impianto. È la prima volta che il gruppo ricorre alla cassa straordinaria. Le sigle rifiutano la decisione

 

ArcelorMittal ha comunicato alle organizzazioni sindacali l’avvio della procedura di cassa integrazione straordinaria per 3.500 dipendenti dell’ex Ilva di Taranto. La decisione, come ha riferito la Fim Cisl Taranto-Brindisi, è stata presa in seguito al rigetto da parte del Tribunale di Taranto dell’istanza avanzata dai commissari della società in amministrazione straordinaria di proroga allo spegnimento dell’altoforno 2, sequestrato e dissequestrato più volte nell’ambito dell’inchiesta sul decesso dell’operaio Alessandro Morricella, morto nel giugno 2015 dopo essere stato investito da una violenta fiammata mista a ghisa liquida mentre misurava la temperatura del foro di colata. I commissari avevano chiesto un anno di tempo in più per ottemperare alle prescrizioni imposte, ma la richiesta non è stata accolta e a questo punto l’impianto è prossimo allo stop. E mentre i commissari straordinari valutano il ricorso, Fim, Fiom e Uilm “rigettano” la comunicazione e promettono di chiederne conto negli incontri ministeriali.

Prima volta per ArcelorMittal

L’annuncio della cassa integrazione straordinaria è stato dato nel pomeriggio dell’11 dicembre ai sindacati convocati in fabbrica dalla multinazionale anglo-indiana. È la prima volta che ArcelorMittal applica la Cig straordinaria: finora, da luglio scorso, era ricorsa solo alla cassa integrazione ordinaria per crisi di mercato. Nei 3.500 lavoratori coinvolti sono inclusi anche i 1.273 per i quali l’azienda nei giorni scorsi aveva già chiesto una seconda proroga della cassa ordinaria per fine di mercato a partire dalla fine dell’anno. Le sigle Fim, Fiom e Uilm contestano il gruppo per il ricorso a un provvedimento di cassa integrazione così massiccio.

Il ricorso dei commissari

I commissari straordinari dell’Ilva stanno ora valutando il ricorso al Tribunale dell’Appello. La loro speranza è di riuscire a ribaltare la decisione del 10 dicembre del giudice Francesco Maccagnano, che ha respinto l’istanza di proroga della facoltà d’uso dell’altoforno 2, che scade venerdì 13 dicembre.

Il “no” dei sindacati

Fim, Fiom e Uilm hanno “rigettato” la comunicazione di ArcelorMittal. “Già da domani, in occasione dell’incontro ministeriale - si legge in una nota firmata dalle sigle sindacali - chiederemo con forza di fare chiarezza su una procedura di cassa integrazione che, di fatto, sostituirebbe l’attuale Cigo per crisi congiunturale con la Cigs, facendolo diventare un problema di carattere strutturale”. Secondo i sindacati “è giunto il momento da parte del governo e di Ilva in amministrazione straordinaria, al momento unici proprietari dello stabilimento siderurgico, di fare chiarezza sul futuro ambientale, occupazionale e industriale di un sito di interesse strategico per il Paese”.

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