Il finanziamento previsto dal decreto ad hoc utilizza le risorse già stanziate dal decreto fiscale. Il testo prevede anche una nuova procedura di cessione. Di Maio: "Ok a chance alla compagnia, ma serve anche azione di responsabilità sugli amministratori"
Per Alitalia arriva lo sblocco del prestito ponte da 400 milioni, mentre la nuova procedura di cessione dell’ex compagnia di bandiera dovrà essere completata entro il 31 maggio 2020. Lo prevede il decreto legge ad hoc che, dopo essere stato anticipato dall’Ansa, è stato approvato dal Consiglio dei ministri di stasera. La bozza conferma il prestito per consentire di "pervenire al trasferimento dei complessi aziendali facenti capo ad Alitalia", facendo leva sulle risorse già stanziate con il decreto fiscale. Per quanto riguarda la nuova procedura di cessione della compagnia, il provvedimento fissa il termine del 31 maggio 2020 per l'espletamento, da parte dei commissari straordinari, delle "procedure necessarie per pervenire al trasferimento dei complessi aziendali" di Alitalia Sai e Alitalia Cityliner in amministrazione straordinaria".
Arriva un piano per l'efficientamento e la riorganizzazione
La bozza prevede inoltre la possibilità per i commissari straordinari di Alitalia di agire anche con interventi di riorganizzazione ed efficientamento. Il programma della procedura di amministrazione straordinaria, si legge nella bozza, "è integrato con un piano avente ad oggetto le iniziative e gli interventi di riorganizzazione ed efficientamento" funzionali alla cessione degli asset.
Di Maio: ok a norma per uso prestito ponte
Il leader del M5S Luigi Di Maio, parlando dopo il lungo vertice notturno a Palazzo Chigi sul tema del Mes, ha detto che "su Alitalia siamo tutti d'accordo che vada fatta una norma che permetta alla struttura commissariale di utilizzare il prestito ponte”. Il ministro ha confermato l’impegno per la compagnia aerea ma che serve anche un'azione di responsabilità sugli amministratori. "Quando è che decideremo con un'azione di responsabilità chi è che ha causato i danni a Alitalia e facciamo pagare con il proprio patrimonio un po' di ad che l'hanno utilizzata come bancomat?”, ha detto.
A cosa serve il prestito
Il decreto ad hoc per sbloccare il nuovo prestito da 400 milioni consentirà ai commissari l'utilizzo della nuova liquidità anche se non è stata ancora finalizzata la cordata per la cessione della ex compagnia di bandiera. Questa nuova iniezione di capitali è necessaria per tenere in vita la compagnia visto che non è stato possibile trovare un acquirente sul mercato, nonostante le sette proroghe dei termini per presentare un'offerta. Dei 900 milioni del primo prestito ponte, sul quale l'indagine della Ue è ancora in corso, sono rimasti nelle casse di Alitalia al 31 ottobre solo 315 milioni e la compagnia perde circa un milione di euro al giorno.
La fine del consorzio
Il nuovo prestito deve essere rifinalizzato perché, come ha spiegato il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, la cordata con Fs-Delta e Atlantia non c'è più. Su quest'altro prestito, la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, ha fatto già sapere che "la Commissione è in contatto con le autorità italiane". Alitalia continuerà quindi a volare con soldi pubblici in amministrazione straordinaria, come sta facendo dall'aprile del 2017 quando Etihad staccò la spina e i lavoratori bocciarono successivamente in un referendum un piano di ricapitalizzazione da due miliardi di euro e con circa 1.000 esuberi. Secondo le stime, la somma spesa dallo Stato negli ultimi 40 anni per tenere in piedi l'ex compagnia di bandiera è salita a circa 10 miliardi di euro.