Alitalia, Conte: "Non abbiamo soluzione di mercato". Patuanelli: "Consorzio non c'è più"

Economia

Il governo ammette che al momento una soluzione di mercato che salvi la compagnia di bandiera italiana non esiste. Il ministro dello Sviluppo economico: “Lo spezzatino non è un’opzione”. Buffagni:  “Basta soldi pubblici, è un buco nero nelle casse statali”

La soluzione della cordata che avrebbe dovuto rilevare e salvare Alitalia non esiste più. Non ci sarà nessuna proroga dei termini per il consorzio che si stava costituendo - Ferrovie dello Stato, Delta o Lufthansa come partner industriale, e Atlantia che infine si è tirato indietro. A confermarlo è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: "Non abbiamo una soluzione di mercato a portata di mano". A ribadire il naufragio è anche il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli - “Quella strada lì non c’è più” - Il quale garantisce che, tra le possibilità di rilancio del vettore al vaglio dell’esecutivo, non c’è quella di uno spacchettamento degli asset. Per il suo viceministro, Stefano Buffagni, “è arrivato il momento di prendere decisioni difficili”.

Conte: "Stiamo valutando delle alternative"

Su Alitalia "alla scadenza prevista non è stata formalizzata l'offerta vincolante da parte del consorzio - ha spiegato Conte - Dunque resta la disponibilità di Fs, di Delta, vediamo se si confermerà l'interesse di Lufthansa ma è chiaro che in questo momento non abbiamo una soluzione di mercato a portata di mano". La soluzione di mercato, ha aggiunto, "in realtà è la soluzione preferita dal governo. Stiamo valutando proprio in queste ore, evidentemente, anche alternative".

Nessuna soluzione di mercato all’orizzonte

“Al momento una soluzione di mercato non c’è”, ha detto martedì Patuanelli in audizione alla commissione Industria al Senato. “Stiamo valutando diverse opzioni con attenzione”, ha aggiunto, ma “non è una proroga al consorzio che si stava costituendo, perché quella strada lì non c’è più”. Secondo il numero uno del Mise, Alitalia sarebbe penalizzata dalle sue dimensioni. “È dieci anni che si tenta di privatizzarla - ha spiegato il ministro - ma la compagnia ha una dimensione che in questo momento il mercato fa fatica ad accettare”. Alitalia, per Patuanelli, è “una compagnia troppo grande per essere piccola e troppo piccola per essere grande”. Per quanto riguarda i partner industriali, il ministro considera una “occasione persa” quella di Air France e Klm. Lufthansa, invece, “ha fatto una proposta commerciale, non fa proposta di equity, ma c’è bisogno anche di capitale per una nuova società, quindi mi sembra difficile”, aveva spiegato lunedì sera parlando a Quarta Repubblica. Dalle strade alternative per il salvataggio della compagnia tricolore, comunque, sono esclusi “lo spezzatino e la vendita di asset separati domani”.

Buffagni: “Stop a buco nero nelle casse dello Stato”

Alle parole del titolare del Mise si aggiungono quelle del suo numero due, il viceministro dello Sviluppo economico Stefano Buffagni, interpellato sulla questione a margine della posa della prima pietra del Padiglione italiano all'Expo 2020 di Dubai. Secondo Buffagni “è arrivato il momento di prendere decisioni difficili e ragionare per creare valore, ma anche per rendere Alitalia appetibile sul mercato”. Preso atto del fatto che le aziende che hanno partecipato alla gara per rilevare il vettore “non sono riuscite a fare un’offerta sostenibile”, per il viceministro si è di fronte a un bivio: “O si fa andare Alitalia nella direzione che prevede la norma o si trovano strade alternative per valorizzare gli asset”. La volontà, però, è quella di fermare l’afflusso di denaro pubblico verso la compagnia. “Non possiamo continuare a permettere che sia un buco nero nelle casse dello Stato - ha proseguito - Non si deve fare carne da macello di un'azienda come invece fanno altre realtà, dobbiamo garantire il servizio, i posti di lavoro e gli asset. Ma non si può neanche continuare a perpetrare un versamento di soldi che diventa un buco nero”.

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