Ilva e Alitalia, settimana calda per il Governo

Economia

I due dossier in parallelo sul tavolo del premier Conte. Si studia un piano B per Alitalia, con un super-commssiario che ristruttri la compagnia per poi provare a venderla. Nel coas Ilva, si studia un ruolo per Invitalia

Una settimana caldissima sui due fronti industriali più spinosi per il Governo giallorosso: Ilva e Alitalia. Due urgenze diverse eppure parallele, per il premier Conte e il ministro dello sviluppo economico Patuanelli. Con prospettive diverse: il barometro segna tempo in leggerissimo miglioramento sul fronte Ilva, in chiaro peggioramento su quello della ex compagnia di bandiera.

Alitalia, ipotesi super commissario con le forbici

La settimana inizia con uno sciopero di 4 ore, dalle 13.00 alle 17.00, di diverse sigle sindacali, astensione che terrà sulla pista 137 voli Alitalia (leggi tutti i dettagli). Un’altra agitazione è già stata programmata per il 13 dicembre. Se i sindacati sono sul piede di guerra, il Ministero dell’economia pare sull’orlo di una crisi di nervi: la scadenza per presentare offerte, fissata al 21 novembre, è passata senza la cordata impostata in estate (MEF-Ferrovie-Atlantia-Delta) si sia fatta avanti. I Benetton hanno frenato aspettando FS, le Ferrovie hanno nicchiato aspettando Atlantia, Delta ha aspettato con la sua busta da 100 milioni, non un dollaro in più, e il MEF ha sondato anche Lufthansa, che nel cda di settimana scorsa ha ribadito il “no” a un ingresso nell’azionariato adesso, restando possibilista su un accordo dopo la ristrutturazione. Leggasi, dopo una robusta cura dimagrante di Alitalia, con tagli a rotte e personali. In questi giorni dovrebbe arrivare formalmente la proroga della scadenza (sarà l’ottava), anche perché l’alternativa sarebbe dichiarare il fallimento della compagnia. Si arriverà quindi a inizio 2020, insomma coi tempi che FS e Atlantia avevano adombrato a settembre, quando avevano chiesto un rinvio che il ministro Gualtieri – all’epoca appena insediatosi a via XX settembre – non aveva accordato.

Un piano B per invogliare Lufthansa

Secondo fonti vicine al dossier, il Governo sta valutando un piano B, che potrebbe ingolosire maggiormente Lufthansa: subito un super-commissario che risani la compagnia, mettendo mani alle forbici (si parla di 3/4mila esuberi); solo in un secondo momento, il tentativo di vendita di un gruppo più asciutto, offrendolo appunto ai tedeschi, o anche prendendo in considerazione l’ipotesi – finora sempre rigettata – dello spezzatino, ovvero della vendita “a pezzi”, di singoli asset a singoli compratori. Uno smembramento, insomma, non viene più scartato.

Ilva, incontro Emiliano-Morselli

Sul fronte tarantino, nel frattempo, la settimana si apre col presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che – insieme agli appaltatori dell'indotto – si recano nello stabilimento Ilva per cooperare con l'azienda all'aggiornamento della contabilità, portando con sè l'eventuale documentazione necessaria. Martedì mattina, poi, Emiliano dovrebbe vedersi con l’amministratore delegato di Arcelor Mittal Italia, Lucia Morselli. Anche in questo dossier prende sempre più corpo l’ipotesi di un maggior coinvolgimento pubblico, anche per far indurre gli indiani a tornare sui loro passi.

Il possibile coinvolgimento di Invitalia

Si parla infatti di un ruolo per Invitalia, l'agenzia per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, ente controllato al 100% dal Tesoro. L'agenzia è già il soggetto attuatore dei “contratti istituzionali di sviluppo” (i cosiddetti CIS), che servono a convogliare fondi europei e nazionali sui progetti strategici. La chiave, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, potrebbe essere proprio questa: Taranto ha un CIS dal 2015, con una dote di circa un miliardo di euro, quasi del tutto ancora non utilizzata e Invitalia sarebbe  pronta a scendere in campo con la sua task force di personale qualificato per dare una significativa accelerata alla progettazione e alla realizzazione delle opere.

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