Il rapporto dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva evidenzia differenze territoriali sostanziali tra Nord e Sud. L'indagine prende come riferimento una famiglia di 3 persone e una casa di proprietà di 100 metri quadri
Nel 2019 in Italia si spendono mediamente 300 euro per la tassa dei rifiuti. E' quanto emerge dalla rilevazione dell'Osservatorio prezzi e tariffe della onlus Cittadinanzattiva. L'indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia prende come riferimento nel 2019 una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri.
Catania il capoluogo più costoso, Potenza il più economico
Il rapporto evidenzia differenze territoriali molto marcate. La regione più economica è il Trentino Alto Adige, con 190 euro, la più costosa la Campania, con 421. Catania è il capoluogo di provincia più costoso (504 euro, con un aumento del 15,9% rispetto al 2018). Potenza il più economico (121 e un decremento del 13,7% rispetto al 2018). A livello di aree geografiche, i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro). Seguono il Centro (299 euro) e il Sud (351 euro). Le 10 città più costose per la Ta.Ri sono nell'ordine Catania (504 euro), Cagliari (490), Trapani (475), Benevento (471), Salerno (467), Napoli (455), Reggio Calabria (443), Siracusa (442), Agrigento (425) e Messina (419). Le 10 più economiche sono invece Potenza (121 euro), Udine (167), Belluno (168), Pordenone (181), Vibo Valentia (184), Isernia (185), Bolzano (186), Brescia (191), Verona (193), Trento e Cremona (195).
Smaltimento rifiuti, Gaudioso: "troppi ritardi e inefficienze"
"In tema di smaltimento dei rifiuti continuano a registrarsi in molte aree del Paese ritardi ed inefficienze, e la transizione verso un'economia circolare, prevista dalla strategia 2020, sembra essere ancora lontana - dichiara Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva - Continuiamo a registrare una modalità di calcolo dei costi che non tiene conto dei rifiuti realmente prodotti e quindi non incentiva il cittadino a cambiare i propri comportamenti".