La categoria denuncia una situazione emergenziale legata al proliferare degli adempimenti fiscali. Nello specifico chiede la disapplicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale che hanno sostituito gli studi di settore
I sindacati dei commercialisti hanno annunciato uno sciopero per il 30 settembre e il primo ottobre. La protesta è dovuta a una situazione che la categoria definisce di "emergenza". Le associazioni lamentano infatti "il disagio" dei professionisti, determinato dal proliferare degli adempimenti fiscali. Nello specifico i sindacati Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec ed Unico chiedono la disapplicazione per il 2018 degli 'Isa', gli indici sintetici di affidabilità fiscale che hanno sostituito gli studi di settore, il rispetto dello Statuto del contribuente e la consultazione della categoria nella formulazione di norme e procedure che la riguardano.
Niente F24 per due giorni
Nel rispetto del proprio codice di autoregolamentazione, le associazioni hanno proclamato l'astensione degli iscritti all'Ordine dei Commercialisti dalla "trasmissione telematica dei modelli di pagamento F24, il 30 settembre e il primo ottobre", nonché "dalla partecipazione ad udienze presso le commissioni tributarie provinciali e regionali, dal 30 settembre al 07 ottobre".
Sciopero "indispensabile per dare un segnale"
In precedenza, la categoria aveva manifestato in piazza, a Roma, il 14 dicembre 2016, indicendo lo sciopero nel febbraio 2017. La scelta di adottare questa nuova forma di protesta, si legge in una nota congiunta dei sindacati, "si rende ormai indispensabile per dare un segnale estremo e tangibile di un malessere che incide, ormai da troppo tempo, non solo sui professionisti che li assistono, ma soprattutto sugli operatori economici". Le stesse associazioni si dicono infine "certe che questa protesta sarà condivisa da tutti i contribuenti, giacché alla base della proclamata astensione c'è innanzitutto la richiesta del rispetto dei diritti di ciascun cittadino dello Stato, rispetto da attuare e garantire mediante interventi concreti e attraverso un’effettiva semplificazione fiscale, che si traduca anche in una vera riduzione degli adempimenti tributari".