Pensioni, Ragioneria di Stato: "Quota 100 costerà 63 miliardi di euro fino al 2036"

Economia
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Secondo il dipartimento del Mef, il nuovo sistema previdenziale potrebbe portare "ulteriori maggiori oneri pari in media a 0,2 punti di Pil l'anno", con uno spostamento nei prossimi due anni di 0.5 punti Pil rispetto al livello di spesa precedente

Quota 100 potrebbe arrivare a costare circa 63 miliardi di euro dal 2019 fino al 2036. È quanto emerge dai calcoli effettuati dalla Ragioneria generale dello Stato. L'introduzione del nuovo sistema previdenziale (almeno 62 anni di età e 38 di contributi), secondo la Rgs, comporterebbe dunque "ulteriori maggiori oneri pari in media a 0,2 punti di Pil l'anno". Inoltre, con le misure adottate nel decreto 4/2019, lo scostamento rispetto al livello di spesa precedente è di 0,5 punti di Pil nel biennio '20-21 per circa 8,8 miliardi l'anno.

"Quota 100 in controtendenza rispetto alle riforme precedenti"

La Ragioneria sottolinea inoltre che l'intervento sul sistema previdenziale di Quota 100 va per la prima volta in controtendenza rispetto alle riforme del sistema introdotte dal 2004. "Lo scostamento rispetto al livello di spesa pensionistica in rapporto al Pil che sconta la legislazione immediatamente previgente - si legge nella nota - è particolarmente accentuato nei primi anni della proiezione. In particolare, nel biennio 2020- 2021, in corrispondenza con il maggior ricorso al pensionamento anticipato da parte dei soggetti che maturano il requisito congiunto per il collocamento a riposo con almeno 62 anni di età e 38 anni di anzianità contributiva, la maggiore incidenza della spesa in rapporto al Pil ammonta a 0,5 punti percentuali".

Disavanzo Quota 100-precedente legge si azzera nel 2036

Secondo la Ragioneria lo scostamento rispetto al livello risultante sulla base della legislazione immediatamente previgente si azzererà soltanto nel 2036. A partire dal 2037 e fino alla fine dell'orizzonte di previsione, l'incidenza della spesa pensionistica in rapporto al Pil nello scenario a legislazione vigente risulta in media più bassa di circa 0,05 punti rispetto al livello previsto sulla base della legislazione immediatamente precedente. La motivazione risiede principalmente nel minor importo medio delle pensioni in pagamento dovuto.

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