Il Consiglio direttivo esclude un rialzo e segnala, invece, un possibile taglio sui tassi. Apertura al rilancio del Quantitative easing. Dopo l'annuncio delle nuove misure, lo spread è sceso sotto ai 180 punti base
La Banca centrale europea non toccherà i tassi di interesse e li lascerà quindi invariati ai livelli attuali fino "almeno alla prima metà del 2020 e comunque per tutto il periodo di tempo necessario" per far risalire l’inflazione. Ad annunciarlo, è stata la stessa Bce con una nota arrivata dopo il Consiglio direttivo: si esclude un rialzo e si segnala, invece, un possibile taglio. Attualmente il tasso principale è allo 0%, mentre quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,40%. Il presidente Mario Draghi, intanto, avverte: la crescita globale più debole e il commercio globale rallentato dal protezionismo "stanno ancora pesando sull'economia dell'Eurozona".
Mandato tecnico per studiare ripresa del Quantitative easing
La Bce, inoltre, apre a una ripresa del Quantitative easing. E fa sapere: il consiglio direttivo "ha dato mandato ai relativi comitati dell'Eurosistema di esaminare le opzioni", fra cui "le dimensioni e la composizione di nuovi acquisti di titoli". Dopo l’annuncio, lo spread tra Btp e Bund è sceso fino a quota 179 punti con il rendimento del decennale italiano all'1,379%.
Draghi: "Settore manifatturiero va sempre peggio"
Draghi, spiegando le ragioni dietro le misure preannunciate, ha poi lanciato un altro avvertimento: "Le prospettive stanno peggiorando sempre di più per il settore manifatturiero, nei Paesi dove questo settore è importante". Il presidente della Bce - che dall'1 novembre verrà sostituito da Christine Lagarde - ha poi precisato che i rischi per le previsioni di crescita e inflazione sono al ribasso e che "la possibilità di una 'hard Brexit' è un altro attore da tenere in considerazione". Draghi ha poi insistito: "Non accettiamo un tasso d'inflazione permanentemente così basso, e il punto chiave è che abbiamo la stessa determinazione sia che sia più alta (del 2%, ndr) sia più bassa".
I rischi di recessione in Europa restano bassi
Per Draghi, comunque, i rischi di recessione in Europa sono ritenuti "abbastanza bassi". Ma "se continuasse questo peggioramento economico nell'Eurozona, il ruolo della politica di bilancio diventerebbe essenziale", ha spiegato dopo aver messo l'accento sul fatto che il settore manifatturiero in Germania e in Italia sta soffrendo uno "shock idiosincratico". Mentre su un suo futuro a guida del Fondo monetario internazionale, dopo la fine del suo incarico alla Bce, avvisa: "Non credo proprio, non sono disponibile".