Estate 2019, 2 milioni di presenze in meno per le vacanze in Italia

Economia
A soffrire della tendenza negativa sono soprattutto le località costiere del Paese (Foto Ansa)
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Secondo le previsioni elaborate da CST per Assoturismo Confesercenti la diminuzione rispetto al 2018, la prima in cinque anni, sarebbe legata al meteo poco favorevole e alla ripresa di alcune destinazioni mediterranee concorrenti

Non si apre sotto i migliori auspici la stagione delle vacanze estive per l'Italia. Per la prima volta in cinque anni, infatti, le previsioni sull'afflusso di turisti nel nostro Paese per il periodo fanno segnare un andamento negativo. Tra giugno e agosto 2019 sono infatti attese 205 milioni di presenze, quasi 2 milioni in meno rispetto all’estate 2018, con una flessione dello 0,9%. È quanto emerge dalle previsioni elaborate da CST per Assoturismo Confesercenti.

Sofferenza generalizzata

Il calo coinvolge sia i turisti italiani (-1,1%) che quelli internazionali (-0,8%), ed è dovuto alle condizioni meteo al momento ancora incerte - che non favoriscono le prenotazioni - e alla ripresa di alcune destinazioni del Mediterraneo meridionale e orientale che sono dirette concorrenti di quelle italiane e nel recente passato erano state frenate da tensioni internazionali. Non a caso a soffrire sono soprattutto le aree costiere dell'Italia (-1,4%), mentre i risultati migliori questa estate dovrebbero farli registrare le città d’arte e i centri minori (-0,4%) e le località lacustri, dove si registra una domanda estera in leggera crescita (+0,2%). Le aree del nostro Paese con le proiezioni meno favorevoli sono il Centro e il Sud-Isole (-1,4%). Meno marcato il calo per Nord-Est e Nord-Ovest, che fanno segnare rispettivamente -0,7% e -0,3%.

Momento delicato

Numeri che confermano l'attuale situazione di difficoltà del turismo italiano, che dopo quattro anni di crescita rischia seriamente di chiudere il 2019 in territorio negativo. Alle previsioni non entusiasmanti per la prossima stagione estiva, infatti, si unisce un bilancio della prima parte dell’anno abbastanza deludente: a causa in particolare del meteo non favorevole, infatti, la stagione primaverile non ha fatto registrare i risultati sperati, con un calo tra gennaio e maggio di 1,7 milioni di presenze rispetto al 2018. “Il turismo italiano è in un momento delicato - sottolinea Vittorio Messina, Presidente di Assoturismo Confesercenti - la spinta propulsiva degli anni scorsi si sta esaurendo e riemergono le problematiche mai risolte del settore, dalle carenze infrastrutturali all’abusivismo. La delega al governo in tema di turismo è un’occasione per portare a casa una riforma mirata alla crescita. Servono interventi per individuare e tutelare le figure professionali del turismo, ma anche un contrasto più efficace all’abusivismo ricettivo e un piano per ridurre le tasse sul comparto”.

Il problema fiscale

Secondo la ricostruzione di Assoturismo Confesercenti, in particolare il fisco turistico italiano è tra i più gravosi d’Europa e richiede ai turisti in vacanza in Italia un totale di circa 2,6 miliardi di euro all’anno. Una cifra legata non solo a un’Iva sui prodotti turistici superiore di 1,5 punti alla media europea, ma anche a una tassa di soggiorno particolarmente cospicua, che quest’anno peserà per 600 milioni di euro e la cui incidenza arriva a superare il 10% del costo di pernottamento di una famiglia in vacanza.

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