G20, Lagarde: “Dazi principale minaccia all'economia”. Visco: "Non si è parlato di Italia"

Economia

Il direttore del Fmi lancia l’allarme ma gli Usa “censurano” dal comunicato finale del summit ogni riferimento alla necessità di risolvere le tensioni commerciali. Trovato l’accordo per “raddoppiare” gli sforzi per la tassazione dei giganti del web

"Le minacce più grandi all'economia mondiale arrivano dalle continue tensioni sul commercio". L’allarme arriva dal direttore del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde, che dal G20 di Fukuoka sottolinea come la guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina potrebbe "danneggiare" le opportunità di ripresa. Ma gli Stati Uniti non ci stanno e “censurano” il comunicato finale del summit: nessun allarme né riferimento "al riconoscimento della necessità di risolvere le tensioni nel commercio" sarà presente nel documento finale. Nel frattempo, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco fa sapere che al G20 si "è parlato di molti rischi, dalla hard Brexit ai rischi geopolitici, ma nessuno ha menzionato l'Italia".

La censura di Washington

I Paesi del G20 hanno dunque ceduto alle pressioni di Washington, rinunciando a impegnare formalmente gli Stati Uniti nella ricerca di una pace nella guerra commerciale che sta destabilizzando l'economia mondiale. Gli sherpa dell'amministrazione Trump hanno ottenuto l’eliminazione dal comunicato finale del vertice (ancora non ufficiale) di qualsiasi presa d’atto in questo senso, così come del riferimento alla necessità di trovare una soluzione. Gli americani, osservano gli analisti, vogliono evitare di assumersi formalmente responsabilità in grado di contraddire le iniziative in corso contro Pechino.

La bozza del comunicato finale

In questo modo, il comunicato finale si limiterà a ripercorrere quello diramato lo scorso dicembre al termine del G20 di Buenos Aires, dove i ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali invitarono Washington e Pechino a una tregua di almeno cinque mesi, poi rotta a maggio. I ministri del G20, afferma la bozza, "continueranno a lavorare sui rischi in corso e sono pronti a prendere ulteriori azioni". "Ci siamo riuniti - sottolinea Lagarde - in un momento di stabilizzazione dell'economia, ma la rotta è precaria".

La tassazione dei giganti del web

Su una cosa però i Paesi del G20 hanno trovato un accordo, seppur vago: gli impegni per la tassazione dei giganti del web dovranno "raddoppiare" entro la fine del prossimo anno. L'idea, secondo le indiscrezioni circolate, è di tassare Facebook, Google e altre multinazionali digitali non più sulla presenza fisica, cioè in base a dove si trovano i loro uffici, ma in base a dove registrano le loro entrate.

Visco: “Si è parlato di questioni strutturali”

Infine, al termine della due giorni di lavori, il governatore Visco ha precisato che durante il summit "si è parlato di questioni strutturali, più che congiunturali. E si è dato per acquisito che abbiamo avuto un rallentamento e che si sta uscendo, a meno che questi rischi di protezionismo, geopolitici, non rendano più difficile il rientro a un passo di crescita sostenuto".

Economia: I più letti