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Fca-Renault, Le Maire: no alla fretta, serve tempo

Economia
(Foto: Getty Images)

Nuova riunione mercoledì sera per il consiglio d’amministrazione del costruttore francese, chiamato a decidere sulle nozze alla pari con il gruppo italo-americano. Il ministro dell'Economia della Francia: "L'operazione non si farà a qualsiasi condizione"

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Dopo il rinvio di martedì a seguito di una riunione durata oltre tre ore, mercoledì si è riunito a lungo il cda di Renault, chiamata a decidere sulla proposta di fusione con Fiat-Chrysler. Nella notte la svolta improvvisa: le nozze annunciate sono saltate. Fca ha ritirato "con effetto immediato la proposta di fusione", dopo un nuovo rinvio chiesto dal board del gruppo francese sotto pressing del governo di Parigi: "Non esistono le condizioni politiche" in Francia per una fusione. Immediato il contraccolpo a Wall Street, dove il titolo Fca ha perso il 3,71% nelle contrattazioni after hours (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI).

L'intesa preliminare prima dello stop

La casa della Losanga e Fca avevano trovato un'intesa preliminare che prendeva atto delle richieste del governo francese. Era emerso che già giovedì dai due gruppi sarebbe potuta arrivare una comunicazione congiunta sulla fusione proposta da Fca lunedì della settimana scorsa. Sul progetto si era espresso il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire. "Questa fusione - aveva detto - non si farà a qualsiasi condizione"; tra le condizioni, per Parigi, che Renault resti un sito operativo in Francia, che lo Stato sia rappresentato nel nuovo cda e che cvi siano garanzie occupazionali. 

Le Maire: "Nessuna fretta"

"Voglio essere chiaro - ha affermato il titolare dell'Economia francese - se ho posto delle condizioni, è perché vengano rispettate. Lo Stato sarà fermo nella difesa degli interessi industriali di Renault e nella difesa degli interessi industriali della Francia". Quindi, aggiunge, "prendiamoci il tempo di fare le cose per bene. E' un'operazione di grande portata, che punta a creare un campione mondiale dell'auto: nessuna fretta". Quanto alla sede, "può essere geografica, coprirebbe l'interezza della Francia, dell'Europa e forse anche più. Perché un'azienda è un'incarnazione e avere una sede in Francia è un'incarnazione importante per i francesi". Tuttavia, ha aggiunto Le Maire, su questo punto non ci sono ancora garanzie. "Questo progetto di fusione è, l'ho sempre detto, un'opportunità perché permette di consolidare il paesaggio automobilistico mondiale e creare un campione europeo globale, guadagnando i necessari margini di manovra per finanziare le auto elettriche e i veicoli autonomi". Infine, ha sottolineato il ministro, "servono garanzie sui siti industriali. Io mi metto al posto dei dipendenti che ci ascoltano, magari dagli stabilimenti industriali di Renault a Sandouville o dai centri di ricerca a Cléon o altrove, si chiederanno, 'qual è il nostro avvenire?' Il mio ruolo, come azionista di riferimento, è garantire a questi dipendenti e ai francesi che i siti industriali verranno tutelati".

Il nuovo cda

Al termine del cda di ieri, la casa automobilistica francese aveva ribadito il suo interesse per la fusione con il gruppo italo-americano, ma ha rinviato la possibile decisione in un nuovo meeting. Se il progetto fosse stato approvato, si sarebbero aperti poi i negoziati. Tuttavia, secondo il Financial Times, Yu Serizawa e Yasuhiro Yamauchi, esponenti di Nissan nel cda, potrebbero astenersi da un voto che "potrebbe minacciare il futuro dell'alleanza ventennale" tra il costruttore nipponico e quello francese. Il presidente e ceo di Nissan, Hiroto Saikawa, ha definito la proposta di Fca "una fusione completa che, se realizzata, altererebbe significativamente la struttura del nostro partner Renault", motivo per cui è necessaria "una revisione fondamentale della relazione esistente".

Le indiscrezioni sulle condizioni della fusione

L’obiettivo era quello di far nascere il terzo colosso mondiale nel settore dell'auto con una fusione "tra eguali", 50-50, con John Elkann alla presidenza e Jean Dominique Senard, l'attuale presidente di Renault, come amministratore delegato. Le Maire - che nel week-end ha incontrato Elkann a Parigi - aveva già definito il progetto "una reale opportunità per Renault e per l'industria automobilistica francese", pretendendo tuttavia anche delle garanzie finalizzate all’interesse nazionale francese, tra cui un dividendo straordinario per gli azionisti di Renault e un posto al governo in Cda.