Parmigiano Reggiano, la francese Lactalis vuole comprare. Coldiretti: “No alla svendita”

Economia

La Nuova Castelli, società leader nella distribuzione ed esportazione del formaggio Dop, è in vendita e la multinazionale d’Oltralpe è in pole position. Ma scatta la difesa del marchio Made in Italy. Il ministro Centinaio: “Deve rimanere in Italia”

La Francia vuole comprare il Parmigiano Reggiano. Dopo aver trasformato l’italiana Parmalat e altri marchi nostrani in prodotti d’Oltralpe, la francese Lactalis ci prova con la Nuova Castelli. La società di Reggio Emilia, leader nella distribuzione dei formaggi Dop italiani e principale esportatore di Parmigiano Reggiano, è in vendita e in pole position per l’acquisizione c’è proprio Lactalis, come rivelato dal Sole24Ore. Ma dal Bel Paese frenano: sia Coldiretti che il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, parlano della necessità di “fermare l’assalto”.

Il presidente di Coldiretti: “Pericolo delocalizzazione”

Per il presidente dell’associazione degli agricoltori, Ettore Prandini, bisogna "fermare la svendita del Parmigiano Reggiano ai francesi per non ripetere gli stessi errori commessi in passato con la cessione della Parmalat alla Lactalis" (avvenuta nel 2011). Prandini si scaglia, infatti, contro la multinazionale francese, che negli anni si è già comperata oltre a Parmalat, anche Locatelli, Invernizzi, Galbani, Vallelata e Cadermartori e "detiene circa 1/3 del mercato nazionale in comparti strategici del lattiero caseario". Per Prandini, la difesa dei marchi storici è necessaria perché spesso la loro vendita è "il primo passo della delocalizzazione" con lo "spostamento all'estero delle fonti di approvvigionamento della materia prima agricola e con la chiusura degli stabilimenti". Parole che sembrano alludere a Parmalat, il cui titolo è stato delistato dalla Borsa Italiana a marzo mentre la struttura italiana è stata oggetto di una radicale riorganizzazione.

Centinaio: “Un marchio che va difeso senza se e senza ma”

"Faremo di tutto per tutelare l'agroalimentare italiano dall'assalto delle multinazionali straniere”, assicura il ministro Centinaio. “Il Parmigiano Reggiano è uno dei prodotti più rappresentativi del made in Italy, un vanto della nostra eccellenza gastronomica riconosciuto in tutto il mondo. Si tratta di un marchio storico che va difeso senza se e senza ma. La nostra storia va preservata. I nostri marchi storici devono rimanere dentro i nostri confini nazionali", spiega.

L’ipotesi Granarolo, poi smentita

La Nuova Castelli diventa dunque il simbolo della difesa dell’italianità. Se non fosse che l’azienda - fondata nel 1892, con circa 500 milioni di ricavi - è già in mani straniere, visto che è controllata dal 2014 dal fondo di private equity inglese Charterhouse Capital, che detiene l'80% del capitale e che ora pensa alla vendita dell’intero controllo. Oltre a Lactalis, dalla parte italiana si è parlato inizialmente di un coinvolgimento di Granarolo che però, a quanto emerso, si è tirato indietro: da fonti vicine alla società è infatti filtrato che il colosso della cooperazione alimentare non sarebbe interessato. "Con Granarolo (meglio) o senza, auspichiamo un impegno del fronte delle cooperative per un'operazione che sarebbe strategica per l'agro alimentare italiano", commenta un portavoce di Uecoop, l'Unione europea delle cooperative.

Il gruppo che lo esporta nel mondo

Il Parmigiano Reggiano, in ogni caso, dovrebbe essere già “a prova di scippo”. La Denominazione di origine protetta, infatti, lo lega al territorio italiano e stabilisce regole precise per la sua produzione (come il nutrimento delle mucche e il divieto di additivi). Il timore degli osservatori, però, è che se il settore venisse acquisito – un pezzo alla volta – dalle multinazionali, queste regole potrebbero essere ribaltate. Al momento, il Gruppo Castelli è il principale esportatore del Re dei Formaggi. Il gruppo reggiano ha oltre 1.000 dipendenti distribuiti in circa 20 impianti nel mondo, dove è stata capace di espandersi con alcune acquisizioni. Come quella di Alival, società di Ponte Buggianese (Pistoia) specializzata nei formaggi a pasta filata, e North Coast, azienda di Pruszkow, vicino Varsavia (Polonia), che distribuisce prodotti alimentari di alta qualità. La società, fa sapere l'ufficio stampa del Consorzio, è "un soggetto che sicuramente ricopre un ruolo importante nella commercializzazione del 'Re dei Formaggi' all'estero ma fa parte di un universo composto da tante altre aziende che sono italiane e rimarranno in Italia". La Dop Parmigiano reggiano segue un disciplinare preciso e il Consorzio "si sente in ogni modo di rassicurare i consumatori circa la provenienza e l'autenticità della Dop". Il disciplinare riconosciuto e tutelato a livello europeo prevede infatti per la produzione di Parmigiano Reggiano che si utilizzi latte crudo prodotto esclusivamente in Italia nel territorio di produzione e quindi nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna alla sinistra del fiume Reno e Mantova alla destra del Po. "Se da una parte, da italiani, vorremmo che il business rimanesse 100% italiano - aggiunge il Consorzio - dall'altra l'interessamento di Lactalis testimonia la buona salute della nostra filiera e l'attrattività economico-finanziaria che è in grado di esercitare a livello internazionale".

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