Accordo Italia-Cina: le parole chiave

Economia

Simone Spina

Cooperazione e sviluppo sono al centro del memorandum dedicato alla Nuova Via della Seta. Si tratta di una cornice entro la quale si muoveranno una serie di contratti commerciali e industriali. Con una postilla: non costituisce una “base di impegno legale o finanziario”

C’è un po’ di retorica, come si addice a due Paesi dalla cultura millenaria come Italia e Cina, nel memorandum che, non a caso, è dedicato alla Nuova Via della Seta. Ma in concreto, di cosa si tratta? È un accordo preliminare, una cornice entro la quale si muoveranno una serie di contratti commerciali e industriali (COSA PREVEDE). Dopo aver formalizzato il quadro, infatti, la vasta delegazione al seguito del presidente Xi Jinping siglerà a Roma una trentina di intese che dovrebbero portare benefici reciproci e che, per quanto ci riguarda, dovrebbero far lievitare di sette miliardi di euro il valore delle nostre esportazioni.

Cooperazione e sviluppo sono le parole chiave

Cooperazione e sviluppo sono le parole chiave del memorandum, nel quale si citano progetti per strade, ferrovie, ponti, aviazione civile, porti, energia e telecomunicazioni. Non si va di più nei dettagli e si sottolinea che si seguiranno i principi del mercato con l’impiego di capitale pubblico e privato. Il tutto con una postilla: il memorandum non costituisce una “base di impegno legale o finanziario”.

Serviranno firme tra le società interessate ai singoli affari

In pratica, come ha detto il premier Giuseppe Conte, con questo accordo-quadro l’Italia, primo Paese del G7 a sottoscrivere un protocollo del genere, non si impegna immediatamente a nulla: serviranno ulteriori firme tra le società direttamente interessate ai singoli affari. Il tutto dovrà risultare coerente con le leggi del nostro Paese, e quindi non minacciare attività strategiche, e quelle dell’Unione Europea, che ha criticato (così come gli Stati Uniti) questo scatto in avanti di Roma per agganciare il piano multimiliardario cinese che punta ad ampliare la sua rete commerciale.

Si prospettano nuove commesse

In concreto, si prospettano nuove commesse, come quella che dovrebbe riguardare Ansaldo Energia - che produce centrali elettriche e che è già in mano cinesi –, assieme a iniziative di maggior peso come quelle che coinvolgeranno Cassa depositi e prestiti, braccio finanziario dello Stato. Tra le ipotesi, quella dei cosiddetti Panda Bond, obbligazioni per raccogliere capitale da banche e altre istituzioni cinesi per finanziare le aziende italiane in Estremo Oriente.

I dossier più delicati

Infine, i dossier ritenuti più delicati, tra cui il potenziamento dei porti di Trieste e Genova, sui quali si sono concentrati i maggiori timori. Ma la possibilità che facciano la fine del Pireo, in Grecia, privatizzato e finito sotto le ali del Dragone appare in realtà assai lontana.

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