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L'accusa pesantissima dell'antitrust UE alle banche

Economia

Mariangela Pira

Finanza & Dintorni 

Un'accusa pesantissima, quella dell'antitrust europeo alle banche. Aver creato un cartello per manipolare il mercato dei titoli di debito pubblico. Avvenne nella fase più critica per l'Italia, quella dello spread sopra 500. Per tutti. 

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Manipolazione del mercato dei titoli di debito pubblico.

L'accusa, pesantissima, arriva nero su bianco dalla direzione antitrust dell'Unione Europea. Otto banche avrebbero distorto e per parecchi anni il settore delle obbligazioni della zona euro, cioè quello che determina l'andamento  dei titoli di Stato e dello spread.  La notizia è importante perché nella stagione più critica per il nostro paese, quella del differenziale con la Germania  sopra i 500 punti, c'è dunque  il sospetto che il mercato possa essere stato influenzato anche da intese illecite tra le banche. 

Stando all'Ue gli istituti avrebbero creato un vero e proprio cartello  - soprattutto attraverso chat private- in fase di acquisto e vendita dei titoli di stato dell'Eurozona, falsando in questo modo il meccanismo della concorrenza. Il tutto sarebbe avvenuto nel periodo che va dal 2007 al 2012, nel pieno della crisi finanziaria per intenderci, coprendo quindi anche la fase di passaggio  dall'ultimo governo Berlusconi a quello di Monti. 

La commissione europea non ha riferito i nomi delle banche nel mirino. Ma Credit Suisse, Credit Agricole e Deutsche Bank in precedenza avevano confermato di trovarsi nel mirino dell'Unione Europea proprio per questo motivo. Non ci sarebbero invece banche italiane coinvolte.

L'accusa di certo rappresenta un duro colpo per un settore, quello bancario, che sta passando anni a riprendersi da una serie di scandali, da Lehman Brothers alla manipolazione del tasso del prestito del Libor. 

Quali potrebbero essere le conseguenze di queste accuse? Se ci fosse la certezza della loro colpevolezza, l'Ue potrebbe arrivare ad imporre una multa fino al 10 percento del fatturato annuale di ciascuna banca. Non è ancora noto, in questa fase, se e quanto queste intese abbiano inciso sui valori di mercato dei titoli italiani o di altri paesi.