Istat, Pil in calo dello 0,2% nel quarto trimestre 2018: è recessione tecnica

Economia

La crescita nel 2018 frena all'1%. A dicembre disoccupazione in calo al 10,3%, quella giovanile si attesta al 31,9%. Nello stesso mese +202mila di occupati. Di Maio: "Chi stava al governo prima di noi ha mentito". Conte: "Non sono preoccupato"

L'economia italiana nel quarto trimestre 2018 ha registrato una contrazione dello 0,2%. I dati provvisori comunicati dall'Istat sul Pil indicano che si tratta del secondo trimestre consecutivo di calo dopo il -0,1% del periodo luglio-settembre. L'Italia è così entrata in recessione tecnica. Nel 2018 il Pil italiano ha registrato un aumento dell'1% in base ai dati trimestrali grezzi, in netta frenata rispetto all'1,6% del 2017. La contrazione registrata è per l'economia italiana il peggiore risultato da 5 anni a questa parte. Per ritrovare un calo simile si deve infatti risalire al quarto trimestre del 2013, quando il Pil segnò appunto un equivalente -0,2%. L'Istituto di statistica specifica che il dato corretto per gli effetti di calendario mostra una crescita dello 0,8% (nel 2018 ci sono state 3 giornate lavorative in più rispetto al 2017). Le previsioni del governo per il 2018 si attestano all'1%. Il dato pienamente confrontabile sarà però quello che l'Istat renderà noto il primo marzo, calcolato in modo più approfondito e con una diversa metodologia.

Di Maio: "Governo prima di noi ha mentito". Conte: "Non sono preoccupato"

"I dati Istat sul Pil testimoniano una cosa fondamentale: chi stava al governo prima di noi ci ha mentito, non ci ha mai portato fuori dalla crisi",  ha detto il vicepremier Luigi Di Maio in conferenza stampa. “Non sono preoccupato, a noi interessa concentrarci sul rilancio della nostra economia che avverrà sicuramente nel 2019, perché inizieranno a svilupparsi tutte le nostre misure" della manovra, ha detto invece il premier Giuseppe Conte che già ieri aveva anticipato di aspettarsi una contrazione del Pil. Per Conte la recessione "è un fattore transitorio, anche agli analisti più sprovveduti non sfuggirà che c'è una guerra di dazi tra Usa e Cina che ci troverà tutti perdenti. E' una guerra che si sta componendo e che dovrà comporsi e che va a incidere soprattutto sull'export".

Boccia: "Reagire quanto prima". Furlan: "Dati preoccupanti"

"Bisogna reagire quanto prima, in modo da compensare" il rallentamento dell'economia globale e dell'Italia, cominciando ad aprire "immediatamente" i cantieri, su cui ci sono risorse già stanziate, compresa la Tav, ha commentato a caldo il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia secondo cui “a gennaio avremo un rallentamento ancora superiore rispetto al trimestre scorso”. La segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ha invece espresso preoccupazione: "Dati sul Pil sono molto preoccupanti, con gravi rischi per l'occupazione".

I dati sulla disoccupazione

L’Istat ha diffuso anche i dati relativi all’occupazione in Italia di dicembre 2018. Il tasso di disoccupazione è sceso al 10,3% (-0,2 punti percentuali). L’Istituto sottolinea che dicembre è stato il secondo mese consecutivo di calo. Nonostante questo, la diminuzione non è stata sufficiente ad evitare un aumento della disoccupazione nella media del quarto trimestre, periodo in cui - in base ai dati ancora provvisori - si è registrato un aumento dei disoccupati pari a 63 mila unità (+2,4%). Ad aumentare, seppur lievemente, è invece il tasso di disoccupazione giovanile, pari al 31,9% (+0,1%).

Occupazione torna a livelli pre-crisi

A dicembre 2018 l'occupazione è cresciuta dello 0,9% rispetto a dicembre del 2017, pari a 202mila unità in più. L’Istat specifica che ad aumentare sono stati lavoratori a termine (+257 mila) e indipendenti (+34 mila), mentre sono diminuiti i dipendenti permanenti e i contratti indeterminati (-88 mila). Nel confronto tra dicembre e novembre 2018, gli occupati sono stati 23 mila in più (+0,1%). Le dinamiche occupazionali sono state le stesse: 47 mila lavoratori a termine, +11 mila autonomi e -35 mila dipendenti. Il tasso di occupazione a dicembre 2018 si è attestato al 58,8%, in lieve aumento di 0,1 punti percentuali. Si tratta, spiega l'Istat, del livello più alto da prima della crisi, ovvero da aprile 2008, quando era pari al 58,9%. I dati sono distanti rispetto all'apice della crisi. Il tasso di disoccupazione generale a novembre 2014 aveva raggiunto il 13,1% e quello giovani, a marzo dello stesso anno, era pari al 43,3%. I numeri di fine 2018 sono però anche lontani dai picchi pre-crisi: ad aprile 2007 il tasso di disoccupazione era infatti pari al 5,8% per il dato generale e a febbraio dello stesso anno era al 19,4% per i giovani tra 15 e 24 anni.

I confronti per genere

Nel confronto per genere, a dicembre è cresciuta l'occupazione femminile e calata quella maschile. Si conferma inoltre il calo già registrato a novembre della stima delle persone in cerca di occupazione (-1,6%, pari a -44 mila unità). La diminuzione si concentra prevalentemente tra gli uomini e le persone maggiori di 35 anni. La stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni a dicembre è in lieve calo (-0,1%, pari a -16 mila unità). La diminuzione si concentra tra le donne ed è distribuita tra tutte le classi di età ad esclusione dei 25-34enni che registrano un aumento di 28 mila. Il tasso di inattività resta stabile al 34,3%. Nel quarto trimestre 2018 l'occupazione registra una lieve crescita rispetto al trimestre precedente (+0,1%, pari a +12 mila unità). L'aumento riguarda gli uomini e le classi d'età estreme. Nel trimestre crescono i dipendenti sia a termine sia permanenti, mentre calano gli indipendenti.

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