Finanza & Dintorni
Questo grafico è semplice. Racconta che quanto la Germania vende a Pechino conta per il 2.4% del pil tedesco. Quindi se Berlino frena cresce il timore che i dazi Usa contro la Cina abbiano già dato inizio ad un rallentamento cinese (e globale).
Questo grafico è semplice. Racconta che quanto la Germania vende a Pechino conta per il 2.4% del pil tedesco. Quindi se Berlino frena (così come accade) cresce il timore che i dazi Usa contro la Cina abbiano già dato inizio ad un rallentamento globale.
Lo raccontano i dati sulla produzione industriale europea e quelli del commercio cinese.
Andiamo con ordine dato che l'onda lunga arriva proprio dal paese di mezzo. I numeri comunicati da Pechino hanno mostrato un calo inaspettato delle importazione e delle esportazioni, ovvero di quanto la Cina compra e di quanto vende. Numeri che mostrano come la politica dei dazi voluti da Trump stia pesando sul commercio internazionale.
Del resto i dazi non sono altro che sovrattasse imposte in dogana sui prodotti, che quindi costano di più e sono più difficilmente vendibili. Questo cosa comporta? Che la Cina venda e compri meno sul mercato a stelle e strisce.. Gli analisti di Oxford Economics vanno oltre e sottolineano come questo rallentamento sia consistente con altri segnali che mostrano un indebolimento nell'economia domestica.
Che la politica dei dazi non sia bene accolta dagli investitori lo abbiamo visto lo scorso anno con l'altalena dei mercati. E i dazi ci riguardano da vicino dato che il nostro paese è esportatore netto. Vendiamo cioè suil mercato mondiale più di quanto acquistiamo.
L'ondata di gelo che sta travolgendo l'industria europea ha visto la produzione industriale a picco praticamente ovunque, dalla Spagna alla Francia e al Regno Unito, fino ai maggiori produttori manifatturieri del Vecchio Continente, Germania e Italia. Il dato complessivo parla di un vero e proprio crollo a novembre rispetto a ottobre: nella zona euro è scesa dell'1,7% e nella Unione Europea a 28 dell'1,3%
E la stessa Germania, solitamente locomotiva del vecchio continente, inizia a interrogarsi dato che fa peggio dell'Europa. La produzione industriale tedesca a novembre su ottobre è scesa dell'1.9% (-0,3% atteso dal mercato). Il crollo è ancora più evidente in termini statistici rispetto a un anno fa. -4.7%. "Prima era una piccola ammaccatura, ora è una fase di seria debolezza" tuona il Frankfurter Allgemeine Zeitung, quotidiano tedesco vicino agli industriali. The Guardian scrive è più probabile vada in recessione la Germania della Gran Bretagna.
Certo, c'è il timore di una Brexit disordinata ma soprattutto di un inasprimento della guerra commerciale tra Usa e Cina. Del resto le esportazioni tedesche in Cina contano per il 2,4% del prodotto interno lordo tedesco.