Contratto rider, il ministero del Lavoro: "Pronta la norma, l'Italia sarà la prima"

Economia
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La regolamentazione potrebbe essere contenuta nel decreto per quota 100 e reddito. Tra le ipotesi compenso minimo e divieto di paga a cottimo. Cgil, Cisl e Uil chiedono però che si riapra il tavolo con Di Maio. Anche le aziende del settore auspicano un nuovo confronto

Il ministero del Lavoro assicura che la norma che regolerà il contratto di lavoro dei rider “è pronta” e che “entro marzo ai lavoratori che effettuano consegne per conto delle app di food delivery saranno assicurati tutele su malattie, infortuni e paga minima". Il ministero lo ha annunciato con una nota in cui sottolinea che "l'Italia si prepara ad essere la prima nazione europea a normare questa professione" e spiega che servirà ancora "qualche giorno ancora per chiudere i dettagli". L’annuncio arriva a tre giorni dalla sentenza con cui la Corte d’appello di Torino ha sancito il diritto di cinque ex collaboratori di Foodora a vedersi riconoscere tredicesima, ferie e malattie pagate. Ma i sindacati non ci stanno e chiedono che venga riconvocato il tavolo specifico al Ministero con Di Maio. Anche Assodelivery, che riunisce le aziende del settore, auspica che ci siano ancora spazi di confronto. Il governo non ha più riconvocato il tavolo dall'ultimo appuntamento del 7 novembre.

Le ipotesi: contributi, compenso minimo e stop a cottimo

La regolamentazione dei rider potrebbe essere contenuta nel decreto che il governo sta preparando per quota 100 e reddito di cittadinanza. Il consigliere del ministro Di Maio, Pasquale Tridico, ha parlato di tutele "equiparate a quelle del lavoro subordinato", compreso "un compenso minimo" e contributi Inps e Inail. Nei documenti di lavoro anche il divieto di paga a cottimo, minimo e massimo di ore a settimana (da 10 a 35), rimborso spese per la manutenzione di bici e motorini usati per le consegne, l’indennità forfait di fine rapporto.

Sindacati: “Regolazione diretta non ci convince, riconvocare il tavolo”

Sull’argomento Cgil, Cisl, e Uil, in una nota unitaria, si dicono non convinte da “ipotesi di regolazione normativa diretta da parte del governo, che, senza un ampio confronto con le parti sociali, rischierebbero di costituire un intervento improprio del soggetto pubblico nella libera regolazione contrattuale". I sindacati affermano che ora "è urgente e prioritario che il risultato sindacale (la sentenza di Torino, ndr) venga generalizzato per ogni lavoratore del settore. Un accordo collettivo tra le parti sociali può garantire al meglio questo risultato". Le sigle chiedono quindi al ministro del Lavoro Di Maio di "riconvocare il tavolo specifico avviato a maggio dello scorso anno e che si prenda atto della necessità di definire un accordo collettivo che regoli salari e tutele per le collaborazioni utilizzate dai rider”.

Le aziende di food delivery: “Governo ci convochi per discutere"

Anche l'associazione nata per rappresentare le aziende del food delivery chiede la possibilità di tornare a un confronto con il governo. "Stiamo lavorando e lavoreremo con il ministero del Lavoro e dello Sviluppo economico per trovare una soluzione a livello nazionale che garantisca maggiori tutele ai rider e allo stesso tempo consenta all'industria di svilupparsi in modo sostenibile", dice con una nota Assodelivery, ricordando che rappresenta oltre il 90% del mercato (con Deliveroo, Glovo, Just Eat, SocialFood, Uber Eats): "Vogliamo lavorare con il governo in questa direzione, in attesa di una nuova convocazione del tavolo ministeriale per discuterne". L'associazione, sottolinea la nota, "sin dal primo momento si e' mostrata aperta al dialogo” e aggiunge: "Flessibilità e sicurezza restano per noi i punti cardine".

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