Telecom tra Gubitosi nuovo a.d. e l'incognita della rete

Economia

Mariangela Pira

Finanza & Dintorni

Il nuovo a.d. di Telecom Italia Luigi Gubitosi arriva nell'ennesimo momento delicato per l'azienda. Nel blog di oggi parlo dell'importanza del progetto relativo alla rete, spiegando in parole semplici di che si tratta. Per tutti. 

E’ il quarto amministratore delegato in quattro anni. Alla guida di Telecom Italia è stato scelto Luigi Gubitosi, che lascerà l’incarico di commissario in Alitalia.

Complicato descrivere in questo momento gli equilibri del consiglio di amministrazione che guida l’azienda telefonica. Semplifico: c’è uno scontro in atto da mesi tra i soci francesi di Vivendi che hanno più azioni ma non controllano l’azienda, e quelli americani del Fondo Elliott. I soci francesi non hanno gradito il modo in cui il precedente  amministratore delegato Amos Genish è stato sfiduciato e sostituito con Gubitosi, e potrebbero impugnare questa decisione.

Gubitosi vanta esperienza alla guida di una società nel settore delle Tlc, Wind, e dei media, la Rai: gli azionisti si attendono che in Telecom possa mettere a frutto queste esperienze. Arriva in un momento in cui si gioca una partita particolarmente importante, che riguarda la rete unica e la politica e che è stata al centro dei scontri tra azionisti che hanno portato al cambio al vertice.  

Cosa si intende con rete? Per avere internet super veloce occorre disporre di una buona connessione a internet, stabile e veloce, come solo la fibra ottica sa garantire. Ecco, questa cablatura in fibra ottica ancora non è disponibile per l’intera popolazione.

Per portarla nelle case degli italiani è nata alcuni anni fa Open Fiber, società controllata da Cassa Depositi e Prestiti e Enel, creata proprio con l’obiettivo di estendere i cavi dell’internet veloce nelle zone dove non c’è convenienza ad andare. Ma anche Telecom, con la sua rete fissa, è impegnata su questo fronte. La politica vorrebbe creare un unico player: unendo sostanzialmente la rete Tim a Open Fiber, stando all’emendamento del Movimento 5 Stelle al decreto fiscale. Il vice premier Matteo Salvini non si è sbottonato più di tanto ma ha fatto capire sarebbe meglio “un controllo pubblico” dove passano dati sensibili. La rete unica è anche nei progetti del nuovo amministratore delegato che lo ha detto a nomina appena avvenuta.

L'a.d. è poi chiamato a sostenere un'azienda che negli anni '90 era considerata un gioiellino a livello globale e che in vent'anni ha perso il 77% del suo valore (mentre i suoi rivali hanno guadagnato). 

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