"L'Euro è una famiglia", ha detto Loeger, presidente di turno austriaco all'Ecofin. Il governo conferma il rapporto deficit/Pil al 2,4%. Di Maio: "Juncker inadatto per suo ruolo". Salvini: "Burocrati fanno salire spread". Conte smorza i toni: "Dialoghiamo con Ue"
Ancora alta tensione sulla linea Roma-Bruxelles. Di fronte alla scelta dell'Italia di innalzare il deficit al 2,4% del Pil nel prossimo triennio, per finanziare misure espansive come il reddito di cittadinanza e il taglio delle tasse, mettendo a rischio la discesa del debito, l'Europa ritrova una voce sola e fa sapere di pretendere il rispetto delle regole sul fronte dei conti pubblici. Nel corso della giornata è un'escalation di dichiarazioni, che riaccendono i timori su una possibile uscita dall'euro mentre lo spread, vale a dire il differenziale fra i btp e i bund tedeschi, sfonda i 300 punti base e Piazza Affari chiude nuovamente in rosso dopo una seduta all'insegna del nervosismo.
Salvini e Di Maio contro Juncker
Se il premier Giuseppe Conte prova a giocare il ruolo del mediatore promettendo un'accelerazione proprio della "discesa del rapporto debito/Pil", il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini sceglie invece la provocazione: "io parlo solo con le persone sobrie", dice commentando le affermazioni del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, che ha evocato un rischio Grecia per l'Italia. "E' inadatto", chiosa Luigi Di Maio.
Tensione Roma-Bruxelles
Ma è appunto l'intera giornata a essere caratterizzata da botte e risposte. Alle affermazioni del presidente della commissione Juncker che ieri aveva evocato un rischio Grecia anche per l'Italia, oggi fa eco il numero due dell'Ue, Valdis Dombrovskis, che dall'Ecofin (dove Tria ha dato forfait proprio per scrivere il quadro macro della manovra) ribadisce come l'Europa, Austria compresa, sia pronta a applicare le regole del Patto di stabilità. Insomma, il governo italiano non puo' contare neanche sugli amici sovranisti: anche il ministro delle finanze di Vienna che ha la presidenza di turno Ue dell'Ecofin Hartwig Loeger chiede chiarimenti e invita Roma "al rispetto delle regole".
Manovra, "non si arretra di un millimetro"
In attesa della pubblicazione della nota di aggiornamento al Def, dove saranno fissati i nuovi parametri per deficit, debito e crescita e che è attesa per domani (3 ottobre, ndr) in Parlamento (ma ulteriori dettagli - spiega in serata Di Maio - "saranno definiti domani mattina"), un nuovo vertice di governo è stato convocato a Palazzo Chigi dal premier Giuseppe Conte. "Tutti insieme avanti determinati con gli impegni presi", twitta il presidente del Consiglio insieme alla pubblicazione di una foto della riunione dove si vedono seduti attorno ad un tavolo Salvini e Maio, il ministro dell'Economia Giovanni Tria e i suoi vice Massimo Garavaglia e Laura Castelli, il ministro degli Esteri Enzo Moavero.
Ufficialmente l'esecutivo giallo-verde tiene la linea approvata nel Consiglio dei ministri dello scorso giovedì: "Noi non torneremo indietro di un millimetro", assicura Di Maio di fronte alle ipotesi che circolano di una revisione dell'indebitamento nel prossimo triennio. E comunque se modifiche dovessero mai rendersi necessarie, ora "è troppo presto" secondo il ministro il ministro degli Affari europei Paolo Savona, in missione a Strasburgo.
In una partita già difficile, aumentano la confusione due diverse esternazioni, entrambe targate Lega: la prima è firmata dal presidente della commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi, "straconvinto che l'Italia con una propria moneta risolverebbe gran parte dei propri problemi". Parole che, prima, causano un tonfo dell'euro e, poi, obbligano il premier a correre ai riparti con parole rassicuranti. Come se non bastasse, il capogruppo dei leghisti di Montecitorio Riccardo Molinari, parlando con i giornalisti dopo aver incontrato il presidente del Consiglio, spiega (salvo ritrattare successivamente) che il caos sui mercati è 'colpa' del reddito di cittadinanza, i cui confini sarebbero troppo indefiniti.
Le prossime tappe
Ora occorre completare il lavoro sulla nota di aggiornamento al Def, che deve essere trasmessa alle Camere. I tempi sono stretti, visto che il voto sulle risoluzioni nei due rami del Parlamento è previsto per mercoledì 10 ottobre, cinque giorni prima dell'invio alla Commissione europea del documento programmatico di bilancio che costituisce l'ossatura della manovra. In base al calendario provvisorio, il ciclo di audizioni delle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato prenderà il via nella giornata di lunedì 8 ottobre. Oltre al presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, Giuseppe Pisauro, dovrebbero essere ascoltati, come di consueto, tra gli altri, anche Istat, Corte dei Conti e parti sociali.