Dopo l’intesa raggiunta al Mise per il passaggio dell’azienda ad Arcelor Mittal, i sindacati illustreranno ai dipendenti il nuovo piano per avere l’ok definitivo. L’obiettivo è ottenere la firma entro il 15 settembre, giorno in cui scade l’amministrazione straordinaria
Partiranno molto probabilmente lunedì 10 settembre le assemblee all'Ilva di Taranto nelle quali i sindacati metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb illustreranno ai lavoratori l'accordo sul passaggio dell'azienda alla multinazionale Arcelor Mittal. Un accordo raggiunto ieri, 6 settembre, al Mise alla presenza del ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Dall’azienda filtra ottimismo: l’obiettivo è quello di ottenere il sì definitivo anche da parte dei lavoratori (che saranno consultati con un referendum) entro il 15 settembre, giorno in cui scade l’amministrazione straordinaria.
Talò, segretario Uilm Taranto: "Iniziare subito le assemblee"
"Abbiamo necessità di cominciare subito le assemblee - dice Antonio Talò, segretario Uilm Taranto - e di concluderle nella prossima settimana con il referendum nel quale sottoporremo ai lavoratori il testo firmato ieri al Mise". "Le assemblee - aggiunge - saranno unitarie". Insieme a Fim, Fiom e Uilm ci sarà anche l'Usb. "Le prime reazioni ricevute all'accordo arrivando in fabbrica - afferma Biagio Prisciano della Fim Cisl di Taranto - sono positive. I lavoratori si stanno informando e c’è anche chi ci ha ringraziato perché condivide il lavoro che è stato fatto. È evidente che adesso ci sarà un passaggio molto importante come le assemblee e il referendum. Il vaglio dei lavoratori è significativo e noi cercheremo di spiegare bene questa intesa che arriva dopo molti mesi difficili e crea le condizioni per un'Ilva diversa, rinnovata, soprattutto meno impattante dal punto di vista ambientale". Sulla questione è intervenuto anche Valerio D'Alò, segretario Fim Cisl Taranto: "Le assemblee le terremo noi. Non è prevista la presenza dei segretari nazionali o generali. D'altra parte, non c’è nemmeno il tempo di organizzarle perché abbiamo una settimana a disposizione e noi alla fine della prossima vogliamo concludere tutto, esito del referendum compreso".
Legambiente: aspettiamo esame addendum sul piano ambientale
Dopo l’accordo per il passaggio dell’Ilva di Taranto al colosso Arcelor Mittal, anche Legambiente ha voluto commentare: "Aspettiamo di poter esaminare l'addendum relativo al Piano Ambientale dell'accordo sottoscritto per Ilva per verificare la portata effettiva delle migliorie annunciate dai ministri Costa e Di Maio", dice l’associazione. "Nelle dichiarazioni dei due ministri - aggiunge Legambiente - si fa, infatti, riferimento a meccanismi certificativi che appare indispensabile esaminare approfonditamente per valutarne l'effettiva efficacia e non ad una valutazione preventiva dell'impatto ambientale e sanitario della configurazione produttiva ipotizzata da Mittal". La principale opera di risanamento riguarda la copertura dei parchi minerali dal costo di circa 300 milioni, i cui lavori sono in corso (cantiere partito a febbraio scorso). Oltre ai parchi, il ministero dell'Ambiente, che ha vagliato il relativo piano nei giorni scorsi, ha chiesto che le emissioni non aumentino quando il siderurgico passerà come produzione da 6 a 8 milioni di tonnellate annue.
Cosa prevede l’accordo con Arcelor Mittal
Dopo una lunga vertenza, anni di decreti, commissariamenti (il primo a giugno 2013) e amministrazione straordinaria (da gennaio 2015) e dopo un'ultima trattativa durata 18 ore al ministero dello Sviluppo economico, a ridosso di scadenze inevitabili, per il gruppo siderurgico si è aperta ieri, 6 settembre una nuova fase con la nuova proprietà Arcelor Mittal. L'accordo siglato da sindacati, azienda e commissari - che "salva" la gara di aggiudicazione dell'acciaieria e fa revocare lo sciopero dell'11 settembre - riguarda il piano occupazionale, ambientale e industriale e punta al "rilancio" degli stabilimenti e a "una produzione ecocompatibile" che tuteli l'ambiente e la salute dei cittadini. Per i lavoratori si parte da 10.700 (ri)assunzioni e la garanzia di una proposta per tutti (oggi i dipendenti Ilva sono 13.522). Arriva, inoltre, un piano di incentivi all'uscita volontaria, con 250 milioni di euro a disposizione, prevedendo un massimo di 100mila euro lordi per chi va via subito (gennaio 2019) e un minimo di 15mila per gli ultimi esodi (dicembre 2023). Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa ha inoltre sottolineato di aver "strappato ad ArcelorMittal le migliori garanzie ambientali", ottenendo l'anticipo della copertura dei parchi minerari di Taranto dalla "scadenza iniziale del 2021, portata a febbraio 2020 da Calenda, alla fine dell'ultimo trimestre 2019".