Spesometro, le scadenze fiscali di settembre 2018

Economia
La sede dell'Agenzia delle Entrate (Ansa)
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Prorogata la data per il terzo trimestre: dal 30 novembre 2018 al 28 febbraio 2019. Invariata quella per la comunicazione della liquidazione Iva: resta il 17 settembre. Da gennaio obbligo di fatturazione elettronica

Il cosiddetto spesometro, la comunicazione per via elettronica al fisco delle fatture emesse e ricevute, verrà abolito il primo gennaio 2019: al suo posto viene introdotto l’obbligo di fatturazione elettronica (COS'È E COME FUNZIONA). In attesa della sua abrogazione, ecco tutte le scadenze previste per il 2018.

Le scadenze

La prima scadenza dell’anno è stata quella del 31 maggio 2018, termine entro cui bisognava inviare lo spesometro del primo trimestre 2018. Una scadenza che ha in realtà natura facoltativa, perché è prevista la possibilità di comunicare i dati semestralmente: il termine coincide con quello del secondo trimestre, ovvero il 30 settembre 2018.

Le novità introdotte dal decreto dignità

Con specifico riferimento allo spesometro trimestrale, il decreto Dignità, in vigore dal 14 luglio scorso, ha invece stabilito una proroga del termine per l’invio dei dati delle fatture emesse e ricevute riferibili al terzo trimestre dell’anno 2018: l’invio deve essere effettuato entro il 28 febbraio 2019 (il precedente termine era fissato al 30 novembre 2018). Sono invece rimaste invariate le date per comunicare la liquidazione periodica dell’Iva: entro il 17 settembre 2018 il secondo trimestre, entro il 30 novembre 2018 il terzo. Tra le altre novità introdotte dal decreto anche l’esonero di comunicazione per i piccoli produttori agricoli assoggettati a regime Iva speciale.

Cos’è lo spesometro e perché viene abolito

Lo Spesometro è la comunicazione riguardante i dati delle fatture emesse e ricevute che tutti i soggetti titolari di partita Iva, imprese e lavoratori autonomi devono inviare all’Agenzia delle Entrate. Introdotto nel 2010, in un primo momento prevedeva l’obbligo di comunicare solo le operazioni con importo maggiore a 3.600 euro se documentate da documento fiscale (scontrino o ricevuta) o 3.000 euro se soggette all’obbligo di fatturazione. È stato successivamente esteso a tutte le operazioni con emissione di fattura nel 2012. Per semplificare l’invio dei dati, è stata poi concessa l’opportunità di trasmettere in forma aggregata le fatture di importo fino a 300 euro. Dal primo gennaio 2019 sarà sostituito dall’obbligo di fatturazione elettronica: si elimina così ogni formato cartaceo con l'obiettivo di rendere il processo più trasparente ed efficiente, limitando l'evasione e risparmiando sui costi di stampa e spedizione.

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