Calcio: Pechino spalanca le porte ai formatori italiani

Economia

Mariangela Pira

Al centro la presidente Yan Wang. Cerimonia d'avvio dell'accordo con l'asilo bilingue di Tongzi
YanWang

Finanza & Dintorni

In Cina sono forse finiti i tempi delle spese pazze per i calciatori europei. Forse. Pechino punta ora ad un investimento a lungo termine, nella formazione. A spiegarlo è Yan Wang, presidente ICFA.

Prosegue in Cina l'interesse nei confronti del nostro calcio.

Ora, dimenticate le nostre piazze dove i bambini familiarizzano con il pallone anche prima di imparare a camminare. Nel paese di mezzo non è così. Manca l'affezione a questo sport da quando si è piccoli. Per questo, occorre puntare sulla formazione. Tradotto, i cinesi se vogliono diventare bravi in qualcosa si applicano studiando: ecco quindi che nel 2015 il presidente Xi Jinping ha varato il piano nazionale per la riforma e lo sviluppo del calcio in Cina, fino al 2050. 

E oggi accelera. Il governo cinese ha inizialmente favorito le scuole che disponevano di terreni dove poter realizzare i campi da calcio, con l'obiettivo di dotare di un campo sportivo entro il 2020 ben 50 mila istituti. Oggi invece vengono incluse più scuole, non solo quelle che possiedono un terreno. Tra coloro che hanno intuito le forti potenzialità di questo sport in un paese dove fino a poco tempo fa quasi non se ne parlava è Yan Wang, presidente dell'Italy China Friendship Association e membro esecutivo dell'Associazione del calcio in Cina. Yan è attivissima sul calcio nella provincia dello Shandong, casa di una delle squadre più popolari in Cina, il Luneng. "Siamo stati scelti da questa provincia per migliorare il loro approccio al calcio - mi spiega - vogliono inserire lo sport in venti college e università e in un centinaio di scuole superiori, coinvolgendo anche 400 scuole medie e 1000 elementari". Lo Shandong ha anche istituito 20 poli sportivi per il calcio. 

Nel maggio di quest'anno Yan ha firmato un accordo a Jinan, capitale dello Shandong, con sette poli scolastici in altrettante città al fine di portare allenatori italiani nelle scuole calcio e negli istituti scolastici delle località che hanno aderito a questo progetto, iniziato il 25 giugno (finirà a novembre). Yan ha coinvolto allenatori selezionati e fatti arrivare appositamente da diverse regioni dell'Italia, dalla Sicilia alla Campania, dalla Basilicata alla Lombardia e al Veneto. 

Il motore del calcio è avviato. Le società cinesi sborsano un po' meno di prima  per accaparrarsi giocatori europei (e anche allenatori, pensate a Marcello Lippi e Alberto Zaccheroni) e partecipazioni azionarie in club blasonati. Ma il mercato cinese della formazione resta enorme, e di certo difficile da approcciare. La Cina però, dicono i bene informati, punta dritto al 2030, anno in cui potrebbe ospitare i Mondiali di Calcio. E vuole arrivarci preparata.

 

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